Il Gattopardo e quel ballo che continua a far sognare: l’analisi dell’omaggio ad Alain Delon e sugli ascolti ottenuti

By Iole Di Cristofalo

Trasmettere Il Gattopardo in una qualunque domenica post-ferragostana è stato un omaggio significativo non solo al grande sex symbol Alain Delon, ma anche un’occasione per rivivere uno dei momenti più iconici del cinema: il famoso bacio tra Claudia Cardinale, nei panni di Angelica, e Burt Lancaster, che interpreta Don Fabrizio Corbera, Principe di Salina.

Alain Delon, nei panni di Tancredi Falconeri (fidanzato di Angelica), osserva con un misto di rispetto e consapevolezza, comprendendo il valore simbolico di questo ultimo atto di vitalità dello zio, che ha appena confessato di sentire la morte vicina. Questa scena epica e al tempo stesso drammatica segna la conclusione di un film che narra non solo la fine di un’epoca, ma anche il complesso processo dell’unificazione italiana, con particolare attenzione alla Sicilia.

Qui, il Risorgimento viene vissuto tra ambiguità e contraddizioni, in una terra dove alcuni settori della nobiltà guardavano con rimpianto al passato borbonico, sperando di mantenere i privilegi acquisiti, mentre altri vedevano nell’unificazione un’opportunità di cambiamento, pur se con esiti incerti.

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Ascolti e accoglienza del pubblico

Il Gattopardo Delon e Cardinale (1)
Il Gattopardo Delon e Cardinale (1)

Per molti spettatori, la trasmissione de Il Gattopardo in una domenica post-ferragostana è stata l’occasione per ricordare Alain Delon, scomparso di recente.

Delon, nel ruolo di Tancredi Falconeri, incanta con la sua interpretazione, affiancato dalla splendida Claudia Cardinale. Il film, diretto da Luchino Visconti, non racconta solo una storia d’amore, ma anche il dramma di un soldato coinvolto nella lotta per l’unificazione italiana, segnato da conflitti interiori e dalla necessità di proteggere i propri cari appartenenti a un’aristocrazia resistente al cambiamento. Nel contesto storico del Risorgimento, Tancredi abbandona l’ideale garibaldino per entrare nell’esercito regolare del nuovo Regno d’Italia, ottenendo una posizione di rilievo insieme al suo amico, il Conte Cavriaghi, interpretato da Mario Girotti.

Nella serata del 18 agosto 2024, Il Gattopardo ha conquistato il pubblico di Rai 1, raggiungendo 1.824.000 spettatori e uno share del 14.6%. A sorpresa, su Canale 5, la soap turca Segreti di Famiglia ha ottenuto 1.839.000 spettatori, con uno share del 14.4%. Di fronte alla ripetitività dei palinsesti estivi, la programmazione di grandi classici si è rivelata una scelta vincente per entrambe le reti, regalando agli italiani una serata di qualità e commemorazione.

Il Gattopardo, un romanzo e un film che ancora fanno discutere.

Il Gattopardo 1860
Incipit dattiloscritto, fonte Wikipedia/Wikimedia

Le difficoltà produttive de Il Gattopardo iniziarono sin dall’acquisizione dei diritti del romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa da parte di Goffredo Lombardo nel 1958, in seguito al successo editoriale del libro. Lombardo, a capo della Titanus, scelse inizialmente Mario Soldati come regista, seguito poi da Ettore Giannini.

Tuttavia, entrambi vennero licenziati a causa di divergenze creative, soprattutto per l’approccio di Giannini, il quale, privilegiando le vicende risorgimentali, sacrificava la centralità della storia d’amore tra Tancredi e Angelica. Questo portò all’intervento di Luchino Visconti, che riscrisse la sceneggiatura insieme a un team di sceneggiatori. Le riprese, iniziate nel maggio 1962 dopo mesi di preparativi, si rivelarono un’impresa titanica. Visconti, noto per la sua ossessiva attenzione ai dettagli, trasformò set come quelli a Palermo e Ciminna, con costosi restauri e ricostruzioni.

Tuttavia, il costo crescente della produzione preoccupò Lombardo, ma Visconti, inflessibile nella sua visione artistica, non accettò compromessi. Nonostante l’accordo distributivo con la 20th Century Fox grazie all’ingaggio di Burt Lancaster, il costo finale superò i tre miliardi di lire. Le perdite economiche furono talmente ingenti che, unite a quelle di altri film, portarono alla sospensione delle attività della Titanus come casa produttrice. Il Gattopardo rappresenta un capolavoro, ma il suo successo artistico non riuscì a bilanciare l’enorme sforzo finanziario richiesto.

Sguardo su Il Manoscritto del Principe di Roberto Andò.

Il Gattopardo alle origini con un film di Roberto Andò, anni Duemila. Fonte foto: Amazon
Il Gattopardo alle origini con un film di Roberto Andò, anni Duemila. Fonte foto: Amazon

Il Manoscritto del Principe è un film drammatico del 2000 diretto da Roberto Andò. Ambientato nella Palermo degli anni Cinquanta, il film racconta gli ultimi anni di vita di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, autore del celebre romanzo Il Gattopardo. La trama si concentra sul rapporto del principe con due giovani allievi, Guido e Marco, che nella realtà corrispondono a Gioacchino Lanza Tomasi e Francesco Orlando. Attraverso questi personaggi, Andò esplora non solo la figura di Lampedusa, ma anche il contesto culturale e letterario dell’epoca, segnato da un senso di decadimento e trasformazione.

Il film intreccia ricordi del passato con scene ambientate nella Roma contemporanea, dove Guido Lanza, ormai adulto, cerca di incontrare l’amico di gioventù, Marco Pace. I loro ricordi riportano alla luce i momenti condivisi con il principe, inclusa la consegna del manoscritto de Il Gattopardo a Marco, evento centrale che sottolinea le difficoltà incontrate da Lampedusa nel tentativo di far pubblicare la sua opera. Questo rifiuto da parte di Elio Vittorini, noto intellettuale dell’epoca, provoca un profondo dolore nel principe, evidenziando le sfide creative e personali che ha dovuto affrontare.

Il film è stato acclamato dalla critica e ha ottenuto importanti riconoscimenti, tra cui il Nastro d’argento per il miglior produttore, assegnato a Giuseppe Tornatore, e una candidatura ai David di Donatello per il miglior regista esordiente a Roberto Andò. Il Manoscritto del Principe rappresenta un omaggio alla memoria di Lampedusa e alla sua eredità letteraria, offrendo una riflessione sulla complessità del processo creativo e sul legame indissolubile tra vita e scrittura.