La tomba di Gesù è una leggenda che potrebbe diventare realtà. Parola di un antropologo britannico.
La tomba di Gesù esiste davvero?
È quasi Pasqua, momento molto sentito per i cristiani di tutto il mondo, perciò siamo perfettamente in tema. Secondo alcune leggende, la tomba di Gesù Cristo si troverebbe accanto all’Arca dell’Alleanza, celata all’interno di una doppia cavità segreta, sigillata da un massiccio blocco di pietra.
Decine di film sono stati girati su questo argomento, segno di quanto sia una tematica affascinante per le persone. Se poi pensiamo che potrebbe essere realtà, ci sentiamo ancora più intrigati. Ed effettivamente, sono giunte a noi delle notizie importanti.
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Al centro di questa ipotesi vi è la Grande Piramide di Giza, la più imponente tra le tre, che potrebbe nascondere al suo interno due dei reperti più sacri della storia religiosa: la sepoltura di Cristo e l’Arca, il leggendario scrigno dorato che secondo la tradizione conteneva le tavole dei Dieci Comandamenti consegnate a Mosè.
La scoperta
Il promotore di questa straordinaria teoria è il dottor Paul Warner, un ricercatore britannico che ha dedicato oltre un decennio a investigazioni sul campo in Egitto, analizzando antichi testi religiosi e conducendo scansioni della piramide. Warner sostiene che le sue ricerche puntano a un’area specifica al di sotto del monumento: il cosiddetto “Passaggio Meridionale”.
Secondo quanto riferisce, dietro l’ultima pietra di questo tunnel si celerebbero strutture artificiali e spazi sconosciuti, documentati attraverso fotografie e riprese ottenute nelle zone più interne e inesplorate della piramide, scavate direttamente nella roccia. Warner ha condiviso i suoi dati con le autorità egiziane, ottenendo un iniziale entusiasmo e il riconoscimento scientifico.
La sua indagine non si è limitata all’archeologia: Warner ha messo a confronto testi delle tre principali religioni monoteiste (Ebraismo, Cristianesimo e Islam) scoprendo che vari luoghi sacri menzionati nelle scritture, come il Monte Sinai, il Monte degli Ulivi, il Monte Sion e la cosiddetta “Montagna della Luce” del Corano, potrebbero in realtà fare riferimento alla Grande Piramide stessa. Nomi diversi, per uno stesso luogo.
Per rafforzare la sua tesi, ha analizzato anche antichi documenti mesopotamici incisi su tavolette d’argilla. Giunto alla conclusione che la piramide non solo sarebbe un centro religioso universale, ma anche il sito dove Gesù avrebbe pronunciato il celebre “Sermone della Montagna”. Warner avrebbe anche cominciato a spingere per un’apertura fisica della zona nascosta.
L’ostacolo delle autorità
Chiede ora la rimozione del masso terminale del Passaggio Meridionale per accedere a ciò che si troverebbe oltre. Tuttavia, la sua richiesta ha innescato attriti con le autorità egiziane, in particolare con l’ex ministro delle antichità Zahi Hawass, da lui definito un ostacolo al progresso.
Warner afferma di aver collaborato con il Consiglio Supremo delle Antichità egiziano nell’ambito del progetto internazionale “Scan Pyramids”, il quale utilizza tecnologie avanzate per esaminare l’interno delle piramidi mediante radiazioni. In cambio dei suoi dati l’Egitto avrebbe acconsentito a scandagliare l’area oltre il blocco terminale. Tuttavia dice che gli accordi non siano stati rispettati, scatenando una frattura tra le parti.
A seguito di questo conflitto, Warner ha lanciato un appello al Primo Ministro libanese affinché intervenga e scongiuri un possibile incidente diplomatico. Secondo lui, la scoperta potrebbe avere un impatto globale, persino contribuire alla pace in Medio Oriente.
Nonostante le polemiche scatenate da questo curioso caso, Warner resta convinto del valore rivoluzionario delle sue ricerche. Se tutto ciò fosse vero, l’intero volto della religione cambierebbe.
Copywriter per passione dal 2014, amo l’arte in tutte le sue forme e potrei perdermi nei corridoi di un museo per ore.
Laureata in infermieristica, ho finito con l’aprire uno studio fotografico.
La coerenza? In fondo, non è tutto nella vita.