Spesa etica significa sapere quali prodotti acquistare per non foraggiare “cattive aziende”. È questa l’idea di queste app che hanno reso il boicottaggio un fenomeno digitale!
Noi boicottiamo
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Nelle epoche passate il boicottaggio è stata la forma più silente di una rivolta, ottenendo più risultato delle manifestazioni violente. In una società sempre più attenta al lato economico, perdere denaro significa automaticamente preoccuparsi e cercare di capire quale sia il problema.
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Il boicottaggio più famoso della storia è stato quello di Montgomery, innescato dal rifiuto di Rosa Parks di alzarsi dal suo posto riservato alle persone bianche. Simbolo di lotta contro la discriminazione, Rosa Parks divenne un simbolo del movimento dei diritti civili, insegnandoci che le lotte più potenti partono dalle idee più pacifiche.
Il boicottaggio oggi parte dalla spesa etica
Nata da un’idea dello sviluppatore palestinese Mahmud Bashbash, “No Thanks” è un’app disponibile su Android e iOS che consente agli utenti di individuare prodotti legati economicamente a Israele. Il meccanismo è semplice: si scansiona il codice a barre e l’app restituisce un’indicazione chiara: verde se il prodotto è “neutro”, rosso se è associato a brand da boicottare.
L’iniziativa ha avuto un impatto enorme. In pochi mesi, l’app ha superato i 7 milioni di download, contando oltre 115mila follower su Instagram. Il database di “No Thanks” include aziende di diversi settori: alimentare, moda, intrattenimento e tecnologia.
Ovviamente non è sempre andato tutto alla perfezione. Nel novembre 2023, l’app è stata temporaneamente sospesa a causa di una frase controversa nella descrizione: “Qui puoi vedere se i prodotti nelle tue mani supportano l’uccisione dei bambini in Palestina.” Dopo la rimozione del testo, l’app è tornata disponibile. Bashbash ha anche avviato una raccolta fondi attraverso la piattaforma dell’app per aiutare la sua famiglia a fuggire da Gaza, raccontando di aver perso il fratello più giovane in un attacco dell’IDF il 21 ottobre dello stesso anno.
“Trump Tax”: il Made in Italy non si tocca
Sappiamo che Trump ha immesso una serie di dazi ai paesi europei, compresa l’Italia (anche se Elon Musk gli ha chiesto di rimuoverli). Inutile dire come questa idea possa affossare il nostro Made In Italy e distruggere l’economia di centinaia di aziende italiano che esportano all’estero. Proprio per questo motivo è nata la “Trump Tax”, un’app ideata dall’Alleanza Verdi Sinistra. Il suo scopo è semplice ma ambizioso: aiutare i consumatori italiani ed europei a preferire prodotti locali piuttosto che statunitensi, contrastando così quella che viene definita “l’arroganza commerciale” dell’ex presidente americano.
Insomma, lui tassa i nostri prodotti? E noi non mangiamo i suoi! Anche qui il funzionamento è intuitivo: si scansiona il codice a barre di un prodotto e si scopre il paese di origine. L’app è stata lanciata con un flash mob davanti alla Camera dei Deputati, oltre a essere presentata dai leader di AVS, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli. Quest’ultimo ha dichiarato che è “uno strumento per tutelare il Made in Italy e per rispondere in modo civile a una politica aggressiva“. I cittadini avranno quindi la possibilità di scegliere consapevolmente da che parte stare.
Nonostante Apple abbia rifiutato di ospitarla sul suo Store, “Trump Tax” è disponibile per dispositivi Android ed è accessibile anche tramite il sito web trumptax.eu.