Tra i capricci più comuni che i bambini sono soliti fare c’è quello del rifiuto del cibo che, se in molti casi è solo inappetenza, in altri può essere considerato una vera e propria fobia. Riconosciuta dagli esperti come cibofobia, ossia la paura di mangiare alimenti non conosciuti o in alcuni casi anche cucinati da persone non famigliari. Ma come va affrontata? Soprattutto come va spiegata ai più piccoli?
Secondo alcuni psicologi la cibofobia è un timore irrazionale legato proprio alla funzione alimentare. Mangiare può causare mal di pancia o nei casi più gravi anche vomito e questi sintomi possono spaventare in modo fobico i bambini che non comprendono le connessioni causa e effetto. Diviene invece patologica quando interferisce nella quotidianità di un singolo: “Si definisce così quando interferisce con la vita normale, quando la persona vive delle limitazioni sociali. Evita di pranzare o cenare fuori casa ad esempio. O quando più in generale l’alimentazione diventa un problema.” Ha spiegato a Fanpage il professor Gianluca Castelnuovo, ordinario di psicologia clinica e presso l’Università Cattolica di Milano.
Da sottolineare che questa fobia legata al cibo non ha nessuna similitudine con i disturbi alimentari come l’anoressia o la bulimia. E’ una paura legata infatti ai danni che alcuni cibi possono provocare se mangiati: “La cibofobia invece è tutta rivolta sul cibo, sulla paura che determinati alimenti ci provocano”.
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Cibofobia, stabilire le cause che provocano la fobia
Per poter superare la cibofobia è importante individuarne le cause. Come ogni fobia va affrontata lucidamente per essere superata ma soprattutto va compreso cosa l’ha motivata: “A volte è semplice individuare il momento esatto in cui si è scatenata la fobia. Dopo aver mangiato un cibo avariato, dopo aver avuto una reazione allergica Di solito ha origine dopo aver provato un disagio molto forte a causa del cibo”.
L’esperto ha poi concluso che si può intervenire seguendo degli appositi protocolli: “Esistono dei protocolli di intervento molto efficaci che lavorano proprio sulla desensibilizzazione. Ovvero piano piano, un passo alla volta insegnano a dominare questa paura che arriva quando abbiamo del cibo davanti.“