In Brasile un caldo torrido che non si sentiva dal 2014, picchi fino a 62 gradi. Il racconto
Qualche volta, caldo, piogge e mareggiate molto forti riescono a mettere in ginocchio i paesi dell’America del sud, centrale e delle isole attorno. Se qualche tempo fa abbiamo parlato di alcune difficoltà su Cuba (e ci sono anche aggiornamenti come vedremo) oggi tocca raccontare che cosa sta succedendo in Brasile, a Rio De Janeiro soprattutto.
Il cambiamento climatico impone temperature sofferenti anche dove si è abituati al caldo ma nell’area della foresta tropicale più grande al mondo, da più di trent’anni si parla di rischi del cambiamento del clima ma anche di industrializzazione e deforestazione non curante dei rischi ambientali che provoca.
Nella giornata di ieri, domenica 17 marzo, a Rio De Janeiro si è verificato un incredibile picco di temperatura, raggiungendo i 62,3 gradi Celsius. Questo rappresenta il dato più elevato registrato dal 2014. L’allarme è scattato alle 9:55 ora locale, corrispondente alle 13:55 in Italia.
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La situazione è particolarmente preoccupante nel quartiere di Guaratiba, situato nella zona occidentale della seconda città più grande del Brasile. Quest’area, pur trovandosi nei pressi del mare, non sempre offre un rifugio contro il caldo improvviso, mettendo a dura prova la vita quotidiana cittadina. Anche i frequentatori delle spiagge devono fare i conti con il sole cocente, cercando riparo sotto gli ombrelloni.
Brasile e caldo torrido: non basta andare al mare tuttavia le spiagge si sono riempite di turisti che combattono l’afa
Le immagini testimoniano un affollamento straordinario sulle spiagge, con tutti i presenti ben attrezzati per affrontare il caldo. I meteorologi hanno previsto che mercoledì sarà l’ultimo giorno di caldo estremo, ma l’ondata di calore iniziata domenica si protrarrà per altri due giorni, prima che le temperature tornino ai livelli più normali, intorno ai quaranta gradi. Nonostante i mesi consigliati per una vacanza siano da giugno ad ottobre, la metropoli e le sue spiagge sono affollate di turisti, complice anche il clima eccezionale.
Tuttavia, coloro che devono affrontare impegni lavorativi o altri obblighi sono costretti a far fronte alle difficoltà causate dalla calura, con raccomandazioni speciali per anziani, bambini e persone fragili. È interessante notare che il 2023 è stato considerato l’anno più caldo dal 1850, con una crescita media della temperatura di 1,5 gradi Celsius. Tuttavia, queste ondate di caldo improvviso possono interrompere anche le più ordinarie giornate lavorative. Nel 2024, a Rio De Janeiro, si è superato anche il picco del 2014, registrando una temperatura improvvisa di 59,7 gradi Celsius nel mese di novembre. Su Viaggiare Sicuri trovate informazioni dettagliate sul clima e sulle stagioni in Brasile.
Non solo Brasile, ecco altre aree tra nord e sud America interessate da siccità e fattori climatici
Carenza di cibo, blackout energetici, razionamento severo di risorse, proteste, impoverimento. Questa è la situazione che si vive da più mesi a Cuba, soprattutto in alcune regioni dell’isola che abbiamo prima citato. Una situazione complessa che vede contrapporsi anche con proteste violente governo e cittadini. La crisi energetica e alimentare è iniziata dalla pandemia con il minor arrivo di carichi commerciali, in più fattori climatici (forti mareggiate e piogge in aumento) e geopolitici (crisi del Mar Rosso, guerra e controversie anche con gli Stati Uniti disposti comunque ad inviare aiuti) stanno impattando sulla situazione economica e sociale.
Vediamo un’altra zona dove si stanno verificando disagi a causa di fattori ambientali, collegati alla crisi climatica. La siccità continua a flagellare l’Alberta, colpendo la provincia del Canada Occidentale per il quarto anno consecutivo. Le restrizioni sull’acqua mettono a rischio la produzione di grano, carne bovina e petrolio greggio. Agricoltori e compagnie petrolifere si preparano ad affrontare un altro anno di crisi, con possibili aumenti dei prezzi dei beni e dei costi dei trasporti, con conseguenze sia a livello locale che internazionale sull’economia.
L’Alberta, che gestisce le risorse idriche dal 1894, basa il suo approvvigionamento principalmente sullo scioglimento delle nevi e sulle precipitazioni annuali, ma l’andamento delle piogge è diventato sempre più erratico a causa del riscaldamento globale, mettendo a rischio anche le riserve di ghiaccio. Le gravi condizioni attuali hanno portato a negoziati per la condivisione delle risorse idriche.
La Corte del Regno Unito, intanto, condanna l’azione diretta degli attivisti ambientali che crea danni. Lo fa con queste motivazioni
Nel frattempo, la corte del Regno Unito ha stabilito che gli attivisti ambientali accusati di danni criminali non possono basare la loro difesa sulle loro convinzioni politiche o filosofiche. I manifestanti che prendono di mira aziende e partiti politici, causando danni alle proprietà per sensibilizzare l’opinione pubblica sui problemi del cambiamento climatico, possono essere perseguibili per azione diretta, una strategia sempre più diffusa in Europa.