Bonus Mamme anche per lavoratrici autonome: novità importanti

By Serena De Filippi

Il 2025 è un anno importante per le mamme lavoratrici autonome: il Bonus Mamme è sempre stato al centro di un’accesa polemica proprio per la mancanza dell’estensione del sussidio anche alle mamme non dipendenti. Ora, finalmente, è possibile, ma sono comunque previsti dei paletti che bisogna conoscere per capire come muoversi. Cosa sapere sul Bonus Mamme anche per lavoratrici autonome e cos’è la Carta Nuovi Nati, un ulteriore contributo che il Governo ha scelto di stanziare per le famiglie italiane in un momento di grave crisi economica.

Bonus Mamme anche per lavoratrici autonome, le novità

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È stata varata la Manovra 2025 con la Legge di Bilancio approdata alla Camera: l’allargamento del bonus mamme, un contributo fondamentale a coloro che hanno figli, è stato esteso alle mamme lavoratrici autonome. Tuttavia, ci sono dei requisiti da rispettare, come sempre per le agevolazioni.

Chi potrà dunque usufruire del Bonus Mamme? Per esempio, tutte le lavoratrici autonome che non hanno scelto il regime forfettario. Cambiano i contributi in base al numero dei figli in famiglia: per le mamme con due figli, la decontribuzione è prevista fino al compimento dei 10 anni del figlio più piccolo. Invece, per chi ha tre figli, la durata è estesa al compimento dei 18 anni del terzogenito.

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C’è anche un limite reddituale di cui tenere conto: le mamme lavoratrici possono accedere al Bonus Mamme ma con un ISEE inferiore ai 40mila euro.

Il Bonus potrebbe essere confermato anche negli anni a venire, e i fondi previsti sono di circa 300 milioni di euro all’anno. Tuttavia, non è ancora certa la percentuale dell’esonero parziale dei contributi.

Come richiedere il Bonus Mamme anche per lavoratrici autonome?

Per il momento è ancora atteso il passaggio alla Legge di Bilancio delle Camere; tuttavia, è molto probabile che sarà il datore di lavoro stesso a erogare il bonus, quindi non ci sarà bisogno di presentare la domanda.

Escluse ancora una volta le Partite Iva forfettarie

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La misura è già al centro di una inevitabile polemica, poiché esclude, oltre alle Partite Iva forfettarie, anche le mamme pensionate, le disoccupate, le collaboratrici occasioni, le mamme che hanno un solo figlio o chi svolge il lavoro domestico.

Carta Nuovi Nati, la novità

Negli ultimi anni abbiamo sentito parlare spesso del calo della natalità in Italia: per far fronte a questa problematica, che sta diventando ogni anno sempre più evidente, con le famiglie italiane che scelgono di avere un solo figlio o di rimandare la dolce attesa a data da destinarsi all’infinito, il Governo ha scelto di stanziare la Carta Nuovi Nati.

In cosa consiste la manovra? Per tutti i genitori che rientrano nella soglia ISEE di 40mila euro, è previsto un contributo di 1,000,00 euro dopo la nascita di un bambino, per affrontare le spese iniziali.

Come richiederla?

Contrariamente al bonus mamme per lavoratrici autonome, che viene erogato dal datore di lavoro in autonomia, la Carta per i Nuovi Nati va invece richiesta mediante il portale dell’INPS, oppure è possibile rivolgersi al CAF. Prima di tutto, però, è fondamentale avere l’ISEE aggiornato, che, come abbiamo visto, deve essere inferiore o uguale a 40mila euro. Devono essere allegati anche i documenti che attestano l’avvenuta nascita del piccolo.

Gli altri bonus

Il Governo, con la Legge di Bilancio, ha previsto ulteriori contributi per le famiglie, come il Bonus Bebè che è appunto la Carta per i Nuovi Nati, il Bonus Asilo Nido, l’Assegno Unico, i congedi parentali. Va sottolineato che è importante dare un occhio al “quoziente familiare”, ovvero il nuovo sistema di calcolo: i redditi del nucleo familiare verranno sommati e successivamente divisi, e ciascun componente avrà un coefficiente preciso di attribuzione.