La Germania, una delle economie più sviluppate d’Europa e leader mondiale in ambito commerciale e industriale, ha confermato ufficialmente la recessione anticipata da diversi analisti. Questo scenario solleva inevitabili riflessioni sulle possibili conseguenze per l’Italia e l’intera Europa. Il nostro Paese ne uscirà penalizzato o potrà trarre qualche beneficio? E quali saranno gli effetti di questo rallentamento economico sull’Unione Europea, già da tempo sotto l’attenzione degli esperti?
Recessione Germania: partiamo dai dati e dai motivi o settori penalizzanti
La Germania si trova ad affrontare una recessione per il secondo anno consecutivo, con una contrazione del PIL dello 0,2% prevista per il 2024.
Le principali criticità riguardano la scarsa spesa dei consumatori, la carenza di lavoratori qualificati e le difficoltà legate alla transizione ecologica. Berlino sta cercando di stimolare la ripresa con un pacchetto di misure che include agevolazioni fiscali, riduzione dei costi energetici per l’industria, snellimento burocratico e incentivi per mantenere i lavoratori anziani attivi e attrarre talenti stranieri.
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I settori da potenziare includono l’industria tecnologica e la transizione verde, cruciali per il futuro economico. Nonostante le sfide, il governo tedesco prevede una ripresa con una crescita dell’1,1% nel 2025 e dell’1,6% nel 2026, a patto che le misure proposte vengano implementate pienamente.
L’analisi per l’Italia partendo dal 2023
Per analizzare l‘impatto della recessione tedesca sull’Italia, è cruciale considerare i dati del 2023. La Germania, con un PIL pro capite di 43.400 euro, rappresenta il 24,2% dell’UE. Nonostante la sua forza economica, ha iniziato lo scorso anno con una contrazione del PIL dello 0,1%, dopo un calo dello 0,4% nel 2022, segnalando la seconda recessione in tre anni. Le previsioni stimavano una contrazione compresa tra -0,3% e -0,4%.
Questa recessione, caratterizzata da riduzione dei consumi e calo nel settore dei servizi, ha effetti limitati sull’Italia grazie a una maggiore resilienza dell’industria tedesca e a una minore dipendenza dai settori più colpiti. Tuttavia, la correlazione tra le economie italiana e tedesca è scesa da 0,60 a 0,25 dal 2014 al 2019, evidenziando una disconnessione crescente.
Le esportazioni italiane verso la Germania sono diminuite del 3,6% partendo dal 2023, attestandosi a 74,65 miliardi di euro, mettendo a rischio l’obiettivo di crescita italiana dell’1% per il 2024. Inoltre, il calo dell’export in settori chiave come autoveicoli e prodotti chimici suggerisce che l’Italia sta diversificando le sue relazioni commerciali, allineandosi maggiormente con Spagna e Francia, riducendo così la sua dipendenza dalla Germania. (Analisi di Confindustria e sui dati Istat)
Germania – economia: le ultime notizie rilevanti
La Germania, pilastro dell’economia europea, si trova a fronteggiare sfide significative, soprattutto nel settore automobilistico, tradizionalmente uno dei suoi punti di forza. Il vicecancelliere Robert Habeck ha recentemente dichiarato il suo sostegno per anticipare la revisione degli standard di CO2 dal 2026 al 2025, rispondendo così alle richieste di case automobilistiche e sindacati. Questo cambiamento è cruciale in un contesto in cui la concorrenza della Cina e la crescita del mercato automobilistico statunitense minacciano le posizioni tradizionali tedesche.
Parallelamente, il governo italiano, rappresentato dal ministro per il Made in Italy Adolfo Urso, sta presentando una proposta simile, sottolineando l’urgenza di evitare incertezze che potrebbero danneggiare l’industria automobilistica europea. Urso ha evidenziato che l’industria dell’auto potrebbe collassare se non si agisce rapidamente.
Tuttavia, il colosso automobilistico Volkswagen deve affrontare difficoltà interne, con la possibilità di chiudere alcune fabbriche e ridurre la forza lavoro di circa 30.000 dipendenti. Il ministro Habeck ha avvertito che è responsabilità dell’azienda gestire le sue ristrutturazioni senza compromettere il futuro degli stabilimenti.
Inoltre, la Germania ha trovato un accordo sul bilancio 2025, un passo necessario per stabilizzare la sua posizione economica. Questo accordo, ottenuto tra il cancelliere Olaf Scholz e i suoi alleati, segna una fase importante per la Germania, essenziale per il suo ruolo di leadership nell’Unione Europea e nella sua cooperazione con paesi come Italia e Francia.