Terapia della noia: che cos’è e a cosa serve

By Luana Pacia

La terapia della noia sta prendendo sempre più piede e sembra proprio avere degli effetti eccezionali, scopriamoli!

La terapia della noia, di cosa si tratta

La pratica del prendersi del tempo per non fare nulla è spesso sottovalutata, eppure rappresenta una delle chiavi per una vita più serena e creativa. Il silenzio e il vuoto, invece di essere visti come nemici da evitare, dovrebbero essere abbracciati. Spesso si riempiono questi momenti con distrazioni come musica, podcast e social media, ma gli esperti affermano che bastano solo dieci minuti di inattività al giorno per migliorare il benessere generale. Questo breve intervallo di tempo può trasformarsi in uno spazio prezioso per riflettere e dare libero sfogo alla creatività.

Diversi autori famosi hanno sfruttato l’isolamento e l’assenza di stimoli per portare a termine i loro lavori. Ian Fleming, ad esempio, si ritirava in stanze d’albergo spoglie per concentrarsi sulla scrittura, mentre Maya Angelou rimuoveva ogni distrazione visiva dal suo ambiente di lavoro. Stephen King trovava ispirazione nelle lunghe passeggiate solitarie, che gli permettevano di immergersi profondamente nei suoi pensieri. Questi esempi dimostrano come la noia, spesso vista come un male da evitare, possa invece essere un catalizzatore per la creatività.

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In un’epoca in cui siamo costantemente bombardati da stimoli digitali, la noia sembra aver perso il suo posto. Tuttavia, secondo Sandi Mann, docente di Psicologia alla University of Central Lancashire, la noia non è scomparsa, ma è addirittura in aumento. La società moderna, con la sua continua ricerca di gratificazioni istantanee, ci ha reso meno tolleranti al vuoto, spingendoci a riempire ogni momento libero con qualche attività, anche se banale. Tuttavia, questa fuga dalla noia ci priva di un elemento essenziale per il nostro benessere mentale: il tempo per riflettere.

Come sfruttare la noia

Molti studi scientifici confermano l’importanza della noia per stimolare la creatività. Un esperimento condotto da Sandi Mann ha dimostrato che gli studenti costretti a svolgere compiti monotoni, come ricopiare numeri di telefono, mostravano una maggiore inventiva rispetto a quelli che potevano fare ciò che volevano. Questo suggerisce che la noia, forzando la mente a cercare stimoli alternativi, può portare alla nascita di idee innovative.

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La noia non è solo un fattore che stimola la creatività, ma ha anche un impatto positivo sul benessere generale. Un’altra ricerca, condotta dall’Università di Harvard, ha evidenziato come il tempo trascorso in uno stato di sospensione dall’azione permetta al cervello di rilassarsi e rigenerarsi, offrendo un meritato sollievo dagli stress quotidiani. Questo spazio mentale, libero da stimoli esterni, consente di esplorare i propri pensieri e di capire meglio cosa nella nostra vita necessita di cambiamento.

Inoltre, la noia può essere vista come un indicatore della nostra insoddisfazione. Se ci sentiamo annoiati, potrebbe essere un segnale che qualcosa nella nostra vita non va come dovrebbe. Questo stato emotivo può quindi diventare un’opportunità per riflettere su ciò che vogliamo veramente e su come possiamo migliorare la nostra situazione.

Il problema principale è che oggi, soprattutto tra i più giovani, la noia viene evitata a tutti i costi. In una società dove l’essere sempre occupati è diventato sinonimo di successo, il tempo libero viene spesso visto come un fallimento. I genitori, in particolare, tendono a riempire le giornate dei loro figli con attività e impegni, nel tentativo di evitare che sperimentino il vuoto e, di conseguenza, l’insoddisfazione. Tuttavia, questa mancanza di spazi vuoti potrebbe impedire ai bambini di sviluppare la capacità di affrontare i momenti di solitudine e di noia, elementi essenziali per la crescita personale.

La tecnologia ha un ruolo fondamentale in questa dinamica. I bambini di oggi, abituati a ricevere stimoli immediati da dispositivi come smartphone e tablet, sviluppano una scarsa tolleranza per l’attesa e la riflessione. Questo porta a una crescente impazienza e, in molti casi, a una maggiore frustrazione quando non si riesce a ottenere una gratificazione immediata. L’iperstimolazione causata dall’uso continuo di dispositivi digitali non solo aumenta i livelli di stress, ma riduce anche la capacità di prestare attenzione ai dettagli, rendendo più difficile distinguere tra informazioni veritiere e fake news.

Negli ultimi anni, tuttavia, si è iniziato a parlare di concetti come il “digital detox” e il “dopamine fasting”, che mirano a ridurre l’uso della tecnologia per permettere al cervello di rigenerarsi. Anche la “joy of missing out” (jomo), ossia la gioia di perdersi qualcosa, sta guadagnando popolarità come risposta alla costante necessità di essere connessi. Questo desiderio di disconnessione è particolarmente sentito dagli anziani, che utilizzano il web in modo consapevole e mirato, senza lasciarsi sopraffare dagli stimoli digitali. Per loro, la noia non è un nemico, ma un’opportunità per riflettere sui ricordi e sui successi della vita.