Rider e Airbnb: leggendo la cronaca ecco perché hanno bisogno di maggiori leggi e attenzione
Dopo la ristorazione, quello delle consegne di cibo e del turismo ad affitto breve è un mondo in costante crescita nonostante problemi e difficoltà. E i dati pre e post covid, fotografano bene due settori in cui lavorare richiede molto tempo e sacrificio, allo stesso tempo, le cronache di tutti i giorni portano a comprendere come ci vogliano maggiori tutele per chi lavora ma anche maggiori controlli tra privacy e sicurezza.
Analizzando le notizie di tutti i giorni dei rider, è chiaro come questo lavoro basato nel successo e nei guadagni su tempi di consegna rapide e numero di ordini veda, nella fretta e nella tensione, anche episodi di violenza o incidenti. Ecco alcuni titoli di cronaca che dimostrano quanto abbiamo scritto.
“Parcheggia l’auto senza freno, rider muore travolto. La tragedia vicino Roma, il 45enne faceva consegne a domicilio” (Ansa). “Bologna, rider aggredito per aver parcheggiato la bici nell’androne del palazzo dove doveva consegnare del cibo. All’arrivo dei carabinieri il ragazzo, ferito ad un ginocchio, ha rifiutato i soccorsi dell’ambulanza preferendo tornare immediatamente al lavoro”. (Repubblica) “Rider aggrediti dai colleghi a Formia: «Troppo veloci nelle consegne, ci rubate il lavoro»
I giovani italiani, impiegati anch’essi come corrieri per la stessa società, lamentavano un minore guadagno” (Il Messaggero).
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Fatti di cronaca per gli Airbnb si dilatano di più nel tempo, negli Stati Uniti hanno provato a frenare la crescita degli host senza successo, in Italia ed Europa sono di attualità le normative locali e nazionali che rispondano al bisogno di tutela dei turisti e anche delle città che ospitano questo tipo di attività turistica.
Prima legge europea utile ai rider: no alle partite iva fittizie e agli automatismi ingiusti degli algoritmi
La tutela dei rider nel contesto europeo rientra nei nuovi diritti riconosciuti per i lavoratori delle piattaforme digitali, argomento che interessa tante categorie, compresi i taxisti. Hanno lavorato sulla bozza testo legislativo i ministri del lavoro dell’UE, con Francia e Germania contrari a questa normativa. Il testo è stato concordato da Stati membri e parlamento europeo, si contrastano con la nuova normativa le false partite Iva, i lavoratori delle piattaforme digitali dovranno avere una definizione contrattuale precisa e senza scappatoie per far rispettare doveri e tutele. Più facile a dirsi che a farsi ma dei passi avanti sono stati fatti.
Secondo Bruxelles le nuove regole riguarderanno 43 milioni di lavoratori entro il 2025, i finti autonomi stimati negli anni scorsi sono stati 5,5 milioni su 28 mln occupati. Bruxelles a livello locale e nei quadri nazionali deve tener conto di normative poco chiare che non aiutano a riconoscere status reale e diritti connessi. In questo caso, i sindacati sono stati chiari, i rider devono essere trattati come dipendenti e una direttiva in questo senso vale cinque miliardi di euro
Gli ordini ai rider arrivano grazie agli algoritmi ma gli algoritmi non sono un’intelligenza umana da non controllare, anzi, la supervisione umana è adesso entrata nella normativa. I sistemi automatizzati, insomma, non potranno più essere così automatizzati richiederanno un controllo da parte delle società per garantire condizioni di lavoro conformi. E anche la chiusura o sospensione degli account per decisione automatizzata sarà limitata e potrà essere anche contestata dai lavoratori. Anche l’AI verrà vigilata, perché in grado di analizzare e raccogliere dati sullo stato emotivo e psicologico dei lavoratori.
Airbnb vieta l’uso di telecamere in aree esterne e comuni dal 30 aprile 2024
Le leggi anti Airbnb sono state pensate e anche emanate per rispondere a diverse questioni sociali. A New York si è tentato di eliminarli per migliorare la risposta con gli affitti all’emergenza abitativa e l’amministrazione cittadina americana non è riuscita nell’intento.
In Italia, si ha l’emergenza abitativa ma anche la richiesta di alberghi e strutture turistiche tradizionali di essere tutelati dagli affitti mordi e fuggi facili con Airbnb e altre piattaforme simili. Ci sono anche tante altre questioni legate alla convivenza con regole e necessità condominiali, cittadine, urbane e suburbane. Nonostante l’affitto breve o la realizzazione di un host sia una soluzione pensata da famiglie e lavoratori per integrare il reddito, generare entrate non è semplice.
In Italia, afferma la stessa Airbnb, “circa un due terzi (59%) ha dichiarato che i proventi realizzati ospitando gli consente di arrivare a fine mese. Il 15% afferma di lavorare nella sanità, l’educazione o la pubblica amministrazione. La gran parte degli host su Airbnb in Italia sono persone comuni che si affidano alla piattaforma per integrare il proprio reddito familiare“. E poi la sicurezza che deve tutelare il turista che viene ospitato negli host e anche chi gestisce l’host. Ecco una novità introdotta dalla stessa Airbnb. La società degli affitti brevi ha annunciato che saranno vietate le telecamere di sicurezza all’interno delle residenze per motivi di privacy a livello globale. L’azienda ha dato questa notizia all’interno del sito ufficiale.
Le telecamere venivano collocate con il consenso di Airbnb nelle aree comuni e dovevano essere visibili e dichiarate negli annunci. L’uso delle telecamere nascoste è sempre stato proibito, non di quelle visibili. Ci sono state forti violazione da parte di gestori di host e la lamentela, fino alla denuncia di alcuni turisti. Dal 30 aprile 2024, Airbn introduce il divieto per tutti i tipi di telecamere, anche se spente.