Il turbolento passato di Mika e la morte della mamma: “Vivo come se fossi morto”

By Redazione

Mika, arista di spicco e dalla grande sensibilità che traspare anche dal suo sguardo mite e malinconico, ha rilasciato una toccante intervista nella quale si è lasciato andare a intime confessioni sul suo passato, al Corriere della Sera. Dalla fuga da Beirut a 2 anni fino alla morte della sua amata mamma.

La morte della mamma

“Mia madre è morta per un tumore al cervello. Da quel giorno vivo come se fossi morto”, dice il cantante, che il 19 settembre sarà a Verona per un grande concerto. Mamma libanese, papà americano, Mika è il terzo di cinque figli. La sua mamma è morta appena 1 anno fa.

Fuga da Beirut

Nel 1984, a due anni, fuggì con la famiglia da Beirut. “Tornavamo da una cena e abbiamo trovato il muro della stanza delle mie sorelle buttato giù da una bomba. Siamo scappati senza niente”, racconta

Iscriviti gratuitamente sul canale Telegram, cliccando qui

oppure su Whatsapp, cliccando qui per non perdere tutte le novità

Furono anni traumatici per Mika, il padre venne sequestrato a causa del lavoro che lo portava a dover accettare incarichi pericolosi.

Fu durante la chiusura di una banca in Kuwait che venne sequestrato.

“Mio padre era consulente finanziario – racconta – accettava incarichi pericolosi come andare a chiudere una banca in Kuwait, peccato che quella notte Saddam Hussein invadesse il Kuwait (la Guerra del Golfo) e mio padre venisse sequestrato per 7 mesi. La casa si è riempita di donne per pregare. Le musulmane bevevano caffè, le cristiane ci obbligavano a recitare il rosario. Ho recitato il rosario per sette mesi“. ricorda.

Ma la vita di Mika è stata costellata da una serie di dolori, un po’ come quella di tutti, ma forse la sua ha subìto qualche dolore in più.

“Mio padre perde il lavoro e andiamo a Londra. Viviamo per due anni in un Bed & Breakfast. Sette persone in due stanze. Io che venivo da una piccola scuola privata arrivo in questa scuola pubblica di tremila studenti. Arrivo coi vestiti disegnati da me e cuciti da mamma. Non vengo accettato né dai compagni, né dagli insegnanti. Ce ne era una in particolare che sceglieva tra gli studenti le vittime su cui comporre poesie cattive da far recitare alla classe intera. Di me scriveva: “pigro, idiota, scemo, inconsapevole, stravagante”.

Mika ben presto deve fare i conti anche con la sua sessualità, e a dover fronteggiare anche la madre: “Mia madre pensava che la mia sessualità fosse una provocazione. Diceva: “Lo fai perché va di moda? Poi inizia a capire che il ragazzo sempre con me, Andreas, non è un collega, ma altro…”

Il legame inscindibile tra Mika e la madre

“Mia madre spendeva soldi, non per sé stessa, mai comprato un vestito per sé, li spendeva per noi, per la scuola: a Parigi andavamo alla scuola pubblica, in seguito, per problemi vari tra cui la mia dislessia, ci ha spostato in quella privata, costosissima. Si vendette un bracciale d’oro. Ha venduto tutti i suoi gioielli per noi. Ma appena abbiamo potuto, io e le mie sorelle siamo andati a ricomprarle tutto“.

Lascia un commento