Circola in rete da diverso tempo un video di animali che offre spunti di riflessione interessanti. Il protagonista è una famiglia di elefanti che convive pacificamente con altri animali all’interno del Boras Zoo in Svezia. La scena si apre con la madre elefante che si rilassa, intenta a mangiare erba, mentre il suo cucciolo gioca spensierato. Il piccolo elefante corre, esplora l’ambiente circostante e interagisce con gli oggetti e con gli altri animali presenti nello zoo. La mamma, sebbene attenta, sembra non intervenire, anche quando il cucciolo diventa più vivace e comincia a correre a tutta velocità.
A un certo punto, un gruppo di uccelli si avvicina al cucciolo. La madre elefante si gira per osservare la situazione, ma non corre immediatamente a interrompere il gioco. Forse ha già previsto il pericolo, intuendo che il piccolo potrebbe incorrere in una caduta. In effetti, la caduta arriva: come spesso succede ai giovani pachidermi, il piccolo scivola, intrecciando zampe e proboscide. Nonostante il ruzzolone, si rialza rapidamente, la madre però aveva già fatto qualche passo per avvicinarsi e soccorrerlo.
Questo comportamento è interessante perché evidenzia come molti animali rispondano alle imprudenze dei loro cuccioli con una sorta di “freddezza calcolata”. Lasciando che il piccolo impari dalle proprie esperienze, la madre elefante dimostra un comportamento protettivo ma non eccessivo, simile a quello degli esseri umani quando i bambini cadono e si rialzano da soli.
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Il video, pubblicato per la prima volta nel 2017 su Facebook, continua a raccogliere successo. Attualmente, ha superato le 200.000 visualizzazioni e ha accumulato quasi 2.000 commenti, con migliaia di condivisioni. Questo dimostra come i video sugli animali affascinino sempre il pubblico, offrendo momenti di riflessione e intrattenimento allo stesso tempo.
Una scoperta incredibile sul linguaggio che parte proprio dagli elefanti
Lo studio della comunicazione tra animali, anche a distanza, rivela la complessità dei loro sistemi di linguaggio e, in parte, riflette l’evoluzione del nostro stesso modo di comunicare. Gli elefanti, in particolare, sono al centro di molte ricerche per via della loro profonda socialità e delle complesse relazioni che instaurano. Recentemente, uno studio pubblicato su Nature Ecology and Evolution ha dimostrato come gli elefanti africani utilizzino richiami vocali simili a nomi per identificare singoli individui.
I ricercatori hanno analizzato 469 vocalizzazioni raccolte dal 1986 al 2022 nelle riserve naturali di Samburu e Amboseli in Kenya, utilizzando un modello di machine learning. Hanno scoperto che alcuni “brontolii” erano indirizzati a specifici individui, proprio come dei nomi. Per verificare la loro ipotesi, i ricercatori hanno riprodotto i richiami in presenza degli elefanti identificati, notando che gli animali reagivano energicamente, dirigendosi verso la fonte del suono. Al contrario, ignoravano richiami non destinati a loro.
Secondo Michael Pardo, principale autore dello studio, questo comportamento dimostra che gli elefanti non solo riconoscono i suoni specifici rivolti a loro, ma utilizzano queste vocalizzazioni per richiamare l’attenzione di un individuo preciso. Questa scoperta sottolinea le loro avanzate capacità cognitive e la complessità delle loro interazioni sociali, dimostrando ancora una volta l’intelligenza di questi animali e rafforzando l’importanza della loro protezione e conservazione.
Notizie sugli animali e la tempesta Milton
Ieri abbiamo raccontato delle tempeste che stanno colpendo gli Stati Uniti e l’Europa. In queste ore, circolano molte storie legate a salvataggi di animali, come quella di Sara Weldon e Rick Bass, una coppia che ha deciso di non evacuare la loro fattoria in Florida, nonostante l’uragano Milton.
Con loro vivono oltre 100 animali, tra cui cani, gatti, vitelli e un asino nano chiamato Cash, molto popolare sui social. La coppia ha portato molti di questi animali in casa per proteggerli dalla tempesta, mentre altri, come capre e mucche, sono stati lasciati liberi per evitare pericoli. Dopo il passaggio dell’uragano, Sara ha documentato il sollievo nel constatare che la maggior parte degli animali era salva, nonostante i pesanti danni alla proprietà.
Un’altra storia a lieto fine arriva da Miami, dove tre attiviste sono riuscite a salvare 160 cani ospitati in un rifugio. Sapendo che l’uragano Milton avrebbe potuto trasformare il rifugio in una trappola mortale, hanno lanciato un appello sui social, ottenendo l’aiuto di centinaia di persone che hanno adottato temporaneamente tutti i cani. In soli due giorni, grazie a questa incredibile mobilitazione, ogni animale ha trovato una casa sicura in cui ripararsi dalla tempesta. Queste storie di solidarietà dimostrano quanto sia forte il legame tra umani e animali, anche nei momenti più difficili.