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Nonni, la soluzione ai danni da inflazione: ci salvano sempre!

La stima è di Coldiretti, alla conclusione di una indagine condotta online: per almeno il 40% delle famiglie italiane, sono proprio i nonni a mettere al sicuro il bilancio familiare dai colpi dell’inflazione e dagli aumenti di energia e beni di prima necessità.

E, tra coloro che ospitano nella loro casa un parente pensionato, ben il 63% conferma come  il contributo al reddito della famiglia sia fondamentale. Una famiglia  su cinque ricorre ai nonni per occuparsi dei propri figli, evitando così la spesa per doposcuola e baby sitter. E per almeno un buon 15%, gli anziani sono essenziali per chi ha una piccola impresa, magari nel campo agricolo oppure commerciale o, ancora, artigiana: la loro esperienza diventa impagabile per figli o nipoti che, non di rado, a loro ricorrono anche per qualche aiuto preciso.

Coldiretti, gli anziani assicurano un sistema di welfare.

Un fenomeno che Coldiretti evidenzia agganciandolo alla tradizione agricola nazionale, secondo la quale la presenza di uno  o più anziani in famiglia assicura un vero e proprio regime di sostegno sia per quanto riguarda la situazione finanziaria vera e propria, sia per riuscire ad aiutare i figli nell’accudire i più piccoli. Sono sempre più spesso, infatti, i nonni ad occuparsi di prendere i nipoti a scuola e di accompagnarli agli appuntamenti extrascolastici.

“Considerata per anni a torto come una forma arcaica da superare – precisa Ettore Prandini, presidente di Coldiretti – , la presenza degli anziani all’interno della famiglia si sta dimostrando fondamentale per molti cittadini. La solidarietà tra generazioni  – precisa – è un modello vincente per vivere e stare bene insieme e non un segnale di arretratezza sociale e culturale come è stato spesso affermato”.

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Codacons, nel 2022 l’inflazione è costata oltre 3000 euro a famiglia.

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Inflazione, batosta da 3.000 euro per famiglia. Photocredit by Steve Buissinne da Pixabay 

Guerra in Ucraina e la crisi energetica, che già si era fatta viva nella seconda metà del 2021, ha segnato pesantemente la stabilità economica delle famiglie italiane.

Il 2022 ha registrato una solenne batosta per i portafogli degli italiani. Gli aumenti sono stati registrati in ogni settore, dall’alimentare alla ristorazione, dal turismo ai trasporti, i prezzi sono letteralmente esplosi provocando un aumento a cascata su ogni bene o servizio. Per una famiglia media di 4 persone, si parla di una batosta da circa 3000 euro nel solo 2022. E questo 2023 si è aperto con presupposti tutt’altro che positivi, nonostante vi sia stato un deciso calo al prezzo del gas e dell’energia nell’ultimo periodo.

Confesercenti, crolla il potere d’acquisto.

Anche per Confesercenti il potere d’acquisto in Italia sta crollando. Secondo l’associazione di categoria, i lavoratori dipendenti, alla fine di questo 2023, vedranno il loro  potere d’acquisto ridursi di circa 2.800 euro rispetto al 2021. Per gli autonomi, invece, Confesercenti stima la perdita intorno ai 2.200 euro annui. Con l’inflazione pari in media al +5,6%, si otterrebbe negli anni 2022 e 2023 un aumento complessivo dei prezzi ad un +14,1%.

Con queste premesse, Confesercenti calcola che le famiglie italiane spenderanno appena lo 0,5% in più rispetto all’anno scorso e questo con per una spinta sui consumi ma unicamente per l’aumento dei costi vivi che si è costretti a sostenere, provocando anche una erosione dei risparmi per un totale di 11 miliardi. Sono sempre di più, infatti, gli italiani che devono attingere alla loro riserva di denaro per far fronte alle spese quotidiane.

Confesercenti, nel 2022 sono stati bruciati risparmi per 41,5 miliardi.

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Inflazione, bruciati nel 2022 oltre 41 miliardi di euro. Photocredit by Mediamodifier da Pixabay 

Considerando, infatti, tutte le spese destinate ai consumi obbligati, si raggiunge il 77% del bilancio famigliare, lasciando solo il 23% per le cosiddette spese voluttuarie.

La situazione contingente ha comunque modificato anche le abitudini di chi ha una capacità di spesa maggiore. Analizzando le famiglie con un reddito medio, per il 40% di queste la spesa per bollette e altri costi per la casa passa dal 35% del 2019 al 45% previsto per il 2023. I consumi per alimentari e bevande scendono dal 25% al 23 mentre crolla la quota del bilancio familiare destinata alle altre spese, passando dal 40 al 32%.

Rispetto al periodo ante-Covid, la Confesercenti ha verificato che le spese per utenze e energia e quelle alimentari sono aumentate rispettivamente del 45,5% e del 6,1%.

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De Luise, Confesercenti: “Indispensabile sostenere i salari e ridurre la pressione fiscale”.

    “Covid, caro-energia ed inflazione hanno rivoluzionato in senso negativo i bilanci delle famiglie negli ultimi tre anni – dichiara all’Ansa Patrizia De Luise, presidente di Confesercenti –  portando ad un vero e proprio tracollo di spesa per la grande maggioranza delle voci di consumo. Gli indicatori per il 2023 – prosegue – con un’inflazione che arriverà a sfiorare il 6%, confermano la difficoltà del quadro: il rischio è che la frenata della ripresa dei consumi abbia gravi conseguenze sulle prospettive di crescita del Paese. È indispensabile agire con politiche economiche espansive e di sostegno al potere d’acquisto e ai consumi – conclude De Luise -. A partire dalla detassazione degli aumenti retributivi, per far ripartire la contrattazione e i salari in un momento difficile sia per le imprese che per le famiglie; ma serve anche una diminuzione generale, e consistente, della pressione fiscale“.

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