Milano, “stop” del Prefetto al sindaco di Milano sull’iscrizione dei figli di famiglie Lgbt
Il sindaco di Milano Beppe Sala annunciava a luglio del 2022 che il comune di Milano avrebbe riconosciuto i bambini di famiglie omogenitoriali. Oggi arriva lo stop da parte del Prefetto di Milano, Renato Saccone, su richiesta del ministero dell’Interno. Il sindaco Sala scrive nel suo podcast “Buongiorno Milano“: “la registrazione non dipende dalla volontà politica. E’ un atto che ha a che fare con l’apparato amministrativo del Comune“. E promette che non si fermerà: “Mi farò carico di portare avanti questa battaglia per i diritti delle coppie dello stesso sesso e dei loro figli“. Da Ultimedalweb vi faremo sapere se manterrà il suo impegno.
La Legge non consente la maternità surrogata
Secondo la Prefettura, in seguito a un approfondimento giurisprudenziale, risulterebbe che “il solo genitore che abbia un legame biologico con il nato può essere menzionato nell’atto di nascita”. Corso Monforte ha poi avvertito palazzo Marino che il protrarsi delle pratiche comporterà eventualmente l’intervento da parte della Procura. Il sindaco aveva deciso di intervenire sfruttando delle lacune legislative sulle famiglie gay-lesbiche. La risposta è arrivata. Se non c’è una Legge specifica, non si può agire secondo coscienza. Si deve rispettare la Legge generica.
Il fatto non riguarda soltanto i figli di genitori omogenitoriali, ma anche i figli di genitori che hanno portato avanti una maternità surrogata all’estero. In detto caso, bisogna procedere con la pratica dell‘adozione davanti a un giudice e non con il riconoscimento del figlio, che è un atto amministrativo.
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Le prime reazioni dalla comunità Lgbt
Secondo l’associazione “Famiglie Arcobaleno“, “si tratta dell’ultimo atto di una guerra al mondo Lgbt ingaggiata dall’esecutivo”. Il Presidente Alessia Crocini ha dichiarato: “Abbiamo appreso con profondo sconforto la notizia, consapevoli di quanto questo governo si stia adoperando per togliere ogni minimo diritto di cittadinanza alle famiglie omogenitoriali in Italia… Questa situazione non è degna di un Paese civile e ci chiediamo quando questa ingiustizia verrà sanata da una legge di buon senso che rispecchi la realtà”
Ana nasce in Spagna, si laurea a 22 anni in Scienze Liguistiche e della Comunicazione. Dopo un’esperienza nel Regno Unito si trasferisce a Trieste, dove vive tuttora. Ha maturato esperienza come consulente aziendale e collaborato con diverse case editrici. Ha pubblicato cinque libri ed è copyrighter e Search Quality Rater.