Il 5 agosto del 1962, Marilyn Monroe veniva ritrovata morta nella sua casa di Los Angeles.
A distanza di anni, la sua morte resta ancora un mistero, sospeso tra teorie del complotto e retroscena inquietanti.
Tutto e niente si è detto in questi anni, ma per tutto questo tempo, l’uscita di scena di una delle più grandi attrici di Hollywood rimane ancora una grande incognita, impressa a fuoco nel firmamento del cinema americano.
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Ora, un documentario cerca di far luce su questa vicenda intricata.
Le ultime settimane di Marilyn
Il documentario mette insieme le ultime due settimane di vita dell’attrice, con registrazioni inedite di amici della star.
Cosa accadde quella notte?
In linea teorica, che è poi la linea “ufficiale” mantenuta dagli inquirenti, Marilyn si sarebbe suicidata.
In linea pratica (e qui veniamo alle teorie del complottismo) ci sarebbe un retroscena nella sua morte: quello del coinvolgimento dei Kennedy.
Pare che Marilyn fosse infatti incinta di uno dei due fratelli.
La gravidanza
Marilyn aveva rivelato ai suoi contatti stretti di essere incinta di Bobby Kennedy, ma che era stata costretta a perdere il bambino (per motivi che tutti possiamo immaginare: Bob era sposato, senatore, ed il fratello era presidente degli USA, sarebbe stato uno scandalo di portate bibliche).
Marilyn cercava dunque disperatamente di mettersi in contatto con Bobby, ma senza esito.
L’attrice aveva inoltre rivelato a un editorialista di avere avuto una relazione con entrambi i fratelli, Bobby e John.
In buona sostanza, se la cosa fosse saltata fuori in maniera definitiva, tutta la famiglia Kennedy sarebbe stata travolta da questo scandalo.
Insomma, dopo tutto questo giro di parole vi starete chiedendo: ma si sta per caso insinuando che i Kennedy c’entrino qualcosa con la morte di Marilyn Monroe?
Sì, è esattamente questo quello che suppongono le teorie del complotto sulla morte di Marilyn Monroe
Le ultime telefonate di Marilyn
Nel tentativo di rintracciare Bobby, Marilyn telefonò a Robert Slatzer e al cognato di Kennedy, Peter Lawford.
Poche ore prima della sua morte, aveva telefonato all’attrice Jeanne Carmen, la quale rivelò a Vanity Fair che Morose era “fortemente angosciata”.
“Mi aveva raccontato che una donna l’aveva chiamata tutta la notte, molestata e insultata. La voce suonava familiare, ma non riusciva a darle un nome. L’anonima donna aveva detto frasi del tipo: ”Lascia in pace Bobby, putt*na. Lascia in pace Bobby’”.
Poi Marlyn chiese a Jeanne Carmen sonniferi e vino, ma la donna si rifiutò di portarglieli.
Sarà Agnes Flanagan, poche ore più tardi, ad andare a casa di Monroe.
La telefonata allo psichiatra
Marilyn in preda al panico e all’angoscia chiama il suo psichiatra: sono le 16:30, poche ore prima della sua morte.
L’uomo si reca nell’abitazione dell’attrice, che è fuori di sé, e che che asserisce di aver avuto rapporti sessuali con pezzi grossi del governo: “Uomini estremamente importanti, al più alto livello”.
Le minacce di Bobby Kennedy
Jose Bolanos avrebbe riferito che Marilyn gli aveva raccontato di essere stata minacciata da Bobby.
Poche ore dopo la telefonata a Bolanos, Marilyn sarà trovata senza vita e la sua morte classificata come suicidio.
Negli anni ’80, gli investigatori tentarono di esaminare più approfonditamente le cause della morte dell’attrice, ma furono bloccati dall’FBI.
A oltre 50 anni di distanza, la verità sulla morte di Marilyn Monroe non è mai venuta a galla.