Le mele viaggiano in funivia grazie a Leitner
Avete mai pensato a quante mele si consumano al mondo in un anno? Un numero incredibile! E una delle zone che del nostro Paese che produce 400 mila tonnellate di mele è la Val di Non, in Trentino, dove si coltivano le mele Melinda. In questo post vi raccontiamo di come, grazie ai fondi PNRR, MondoMelinda è riuscita a trovare un sistema che agevolerà la conservazione delle mele in modo completamente naturale. Si tratta di farle trasportare in funivia (con la collaborazione dell’azienza altoatesina Leitner) per poi farle entrare nelle celle scavate nelle viscere della montagna. Geniale, vero? Vi raccontiamo tutto in questo post. Guardate!
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L’opportunità di conservare le mele in miniera
Poco sopra la località di Predaia, dove si coltivano e raccolgono le mele Melinda, nelle miniere del Rio Maggiore, sono state create delle cavità dall’estrazione della roccia dolomitica. In queste gallerie sotterranee di raffreddamento (celle ipogee), Melinda ha realizzato l’unico impianto al mondo per la conservazione della frutta. Le mele vengono conservate in un ambiente asciutto e controllato nei tunnel lunghi 15 chilometri, protetti dalla roccia a 300 metri di profondità.
Attualmente, le mele vengono ancora trasportate con i camion dal centro di lavorazione di Cocea ai magazzini sotterranei in quota, dove vengono poi trasportate con dei trattori. Al momento il risparmio è pari al 30% di corrente elettrica rispetto a un magazzino tradizionale. Inoltre, offre il vantaggio di non dovere costruire altri edifici.
La funivia Leitner per risparmiare l’80% di CO2
Il progetto di impianto a fune che ha vinto il bando PNRR per la logistica agroalimentare è stato presentato recentemente a Roma in presenza del ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida. Con la nuova funivia realizzata dall’altoatesina Leitner, in futuro il trasporto sarà molto più ecologico (una riduzione delle emissioni di CO2 pari all’80%). Sostanzialmente, entro il 2024, permetterà di trasportare 40mila tonnellate di frutta evitando 12mila chilometri annui attualmente percorsi con veicoli a motore.
Dal punto di vista tecnico, la funivia sarà un impianto monofune ad agganciamento automatico con 11 sostegni (di cui 6 in galleria) della lunghezza di 1300 metri e dislivello di 87 metri, capace di trasportare ogni ora 460 contenitori impilabili, alla velocità di 5 metri al secondo.
Grazie all’installazione di tapparelle elettriche sulle cabine, che si aprono e si chiudono automaticamente una volta giunte le cabine in stazione, le operazioni di carico e scarico sono automatiche e non richiedono assistenza manuale. Prova è che l’impianto richiede la presenza di solo un dipendente, responsabile del funzionamento e del controllo del sistema.
Nella stazione terminale della funivia sarà integrato anche un montacarichi alto 26 metri con una capacità di carico di mille kg, che collegherà i due livelli dei magazzini e sarà dotato di un sistema di carico e scarico completamente automatico.
Evitati 6 mila viaggi di tir
La “funivia delle mele” permetterà cosi di evitare 6.000 viaggi di tir su gomma, per un totale di 12.000 chilometri l’anno, con una significativa diminuzione delle emissioni di CO2 nella valle. Ridurre i veicoli su gomma per il trasporto delle merci e sostituirli con soluzioni a minore impatto ambientale è un obiettivo indispensabile per avvicinarsi agli obiettivi di riduzione delle emissioni CO2. Un progetto importante per ogni parte d’Italia ma ancor di più in territori complessi come quelli alpini.
Per gestire gli stessi volumi movimentati dalla nuova teleferica, durante il periodo di “stoccaggio” autunnale delle celle, sarebbero necessari 10 camion che dovrebbero effettuare complessivamente 80 viaggi al giorno, trasportando ciascuno 36 bins. Per i successivi 9 mesi è previsto un flusso di svuotamento delle celle regolare tra novembre e fine luglio. Il numero di viaggi si attesterebbe a 15 ogni giorno. Numeri che, tra l’altro, aumenteranno del 30% non appena saranno terminati i lavori di ampliamento delle celle, portando così a 40.000 tonnellate le capacità di stoccaggio delle mele all’interno della montagna.
In questi giorni si sta completando l’installazione del montacarichi, mentre l’avvio dei lavori di costruzione della funivia è atteso per marzo del 2024, con consegna prevista per agosto, giusto in tempo per l’inizio della raccolta delle mele
Un progetto assolutamente innovativo da 10 milioni di euro
Finora, nessuno, né in Italia né in Europa, era riuscito a sostituire i camion con una funivia. La prima a ospitare un impianto a fune totalmente dedicato alle mele sarà la Val di Non.
Il progetto di funivia, ideato dalla stessa Melinda, ha ufficialmente vinto il bando dedicato alle migliori idee per lo sviluppo della logistica agroalimentare, classificandosi al 2° posto su un totale di oltre 100 proposte. Grazie alla sua innovatività, usufruirà di un contributo a fondo perduto di poco più di 4 milioni di euro, che servirà a coprire il 40% della spesa complessiva di 10 milioni necessari per realizzare l’impianto.
Il ministro Lollobrigida ha lodato l’iniziativa imprenditoriale:
“Il progetto di funivia delle mele è un esempio virtuoso di come vanno investiti i fondi PNRR: garantisce infatti un vantaggio organizzativo, risponde alle esigenze di un territorio complesso di montagna, dimostra l’importanza di investimenti intelligenti e lungimiranti nel settore agricolo. E, cosa ovviamente non secondaria, assicura benefici ambientali per nulla trascurabili. Agli ideatori del progetto e a tutta Melinda non può che andare il nostro plauso. Siamo certi che questa iniziativa sarà da stimolo per l’intero sistema Italia”.
La valenza turistica del progetto
La nuova funivia è stata premiata dal bando PNRR anche perché ha notevoli ricadute nel settore del turismo: aggiungerà valore alla riqualificazione del centro visitatori Il Mondo di Melinda dal quale potrà partire un percorso dedicato.
Il rappresentante dell’azienda ha dichiarato che “In questo modo vogliamo riuscire a trasformare un’innovazione industriale in uno strumento di valorizzazione territoriale. Grazie a essa, potremo ben presto raccontare ai turisti la storia che c’è dietro a ognuna delle nostre mele e gli sforzi di innovazione per rendere sempre più sostenibile questa attività. Siamo certi che la visita alle ipogee diventerà uno dei punti di forza dell’offerta turistica trentina e nazionale e consentirà agli ospiti di vivere un’esperienza unica al mondo“
Che dire? Bravi!!