Apri il frigo, vedi uno yogurt con la data superata da due giorni. Lo butti o lo mangi? Hai un pacco di biscotti scaduti da un mese, ma perfettamente integro. Che fai, lo salvi o lo cestini? In un’epoca in cui il costo della spesa è sempre più alto e lo spreco alimentare diventa un problema etico, ambientale ed economico, capire quando un cibo scaduto è davvero pericoloso e quando invece si può tranquillamente mangiare è fondamentale. Il punto è che non tutti gli alimenti sono uguali, e nemmeno le date che troviamo sulle confezioni lo sono.

Non tutte le scadenze sono vere scadenze
Prima di decidere se qualcosa va buttato, bisogna partire da una distinzione chiave che ancora oggi molti ignorano. Sulle confezioni troviamo due diciture molto diverse: “da consumare entro” e “da consumarsi preferibilmente entro”. Sembrano simili, ma cambiano tutto.
La prima, “da consumare entro”, è una scadenza tassativa. Si usa su prodotti freschi, deperibili, che dopo quella data possono diventare pericolosi per la salute. Parliamo ad esempio di carne, pesce fresco, insalate in busta, formaggi freschi, uova e yogurt. Superata quella data, le probabilità che si sviluppino batteri dannosi aumentano rapidamente, ed è meglio non rischiare.
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La seconda, “da consumarsi preferibilmente entro”, riguarda invece la qualità, non la sicurezza. Si usa per pasta, biscotti, riso, legumi secchi, cereali, caffè, sughi e conserve. Dopo quella data, il prodotto può aver perso un po’ di gusto, profumo o consistenza, ma è ancora perfettamente commestibile. E sì, anche mesi dopo, se è stato conservato bene.
Quando puoi fidarti del tuo naso (e quando no)
Una delle regole non scritte che ci hanno insegnato le nonne è semplice: guarda, annusa e assaggia. Se l’alimento ha un buon aspetto, non emana odori strani e non sa di “andato a male”, spesso è ancora buono. Ed è vero — ma con alcune eccezioni.
Ci sono alimenti che possono sviluppare batteri pericolosi anche senza mostrare segni evidenti. Per esempio, i prodotti a base di carne o pesce, anche se sembrano normali, potrebbero essere contaminati da batteri invisibili come la Listeria o la Salmonella. In quel caso, il rischio non si vede e non si sente, ma può essere serio.
Al contrario, una pasta o un pacco di farina che ha superato il TMC da settimane non comporta problemi, a meno che non abbia assorbito umidità o ospiti parassiti visibili. In quel caso basta controllare: se è integra, puoi usarla senza timori.
I cibi che puoi mangiare anche dopo la scadenza (senza sentirti in colpa)
Quante volte hai buttato biscotti, cracker, fette biscottate o anche un vasetto di marmellata solo perché avevano superato la data “preferibilmente entro”? Ecco, probabilmente stavi solo buttando via soldi. Se la confezione è chiusa e conservata correttamente, questi alimenti possono essere mangiati anche mesi dopo.
Il caso più emblematico? Lo yogurt. La scadenza è obbligatoria per legge, ma se è stato conservato in frigo e non ha rigonfiamenti strani, si può mangiare anche 5-6 giorni dopo, soprattutto se non è già aperto. In Francia fanno campagne informative su questo, in Italia ancora ci arrivano notizie contrastanti.
E poi ci sono i cibi “eterni”: miele, sale, zucchero, aceto, riso, pasta secca e legumi. Tutti prodotti che — se tenuti lontani da umidità, luce e sbalzi di temperatura — restano commestibili per anni. Possono perdere un po’ in aroma o consistenza, ma non fanno male.
Gli alimenti che invece vanno buttati (anche se sembrano a posto)
Quando si parla di sicurezza, ci sono alimenti che non ammettono deroghe. Se la data di scadenza è superata, vanno eliminati senza tentennare. Tra questi ci sono soprattutto:
- carne cruda o macinata
- pesce fresco
- salumi affettati (soprattutto quelli in vaschetta)
- formaggi freschi e latticini
- succhi di frutta non pastorizzati
- uova (specie se destinate a ricette crude)
Anche se non puzzano e sembrano “normali”, possono contenere batteri pericolosi. In questi casi, meglio non rischiare: un’intossicazione alimentare può essere molto più costosa di una confezione buttata.
Come evitare di sprecare senza mettere a rischio la salute
Il vero segreto per non buttare cibo inutilmente è imparare a leggere bene le etichette e organizzare meglio la dispensa. Una gestione intelligente parte dalla spesa: compra solo quello che pensi di mangiare davvero nei giorni successivi e controlla sempre la data di scadenza al momento dell’acquisto. Non prendere mai prodotti già prossimi alla scadenza se sai di non consumarli subito.
Un’altra abitudine utilissima è etichettare i prodotti aperti: segnare la data in cui hai aperto la passata, il latte, la salsa o il sugo pronto aiuta a sapere fino a quando usarli in sicurezza. E se hai alimenti vicini alla scadenza, congelali: carne, pane, verdure, formaggi (tranne i freschissimi) si conservano perfettamente in freezer, e possono essere recuperati quando servono.
Il paradosso dello spreco e della paura
Uno dei grandi paradossi del nostro tempo è che buttiamo tonnellate di cibo ogni anno, spesso per eccessiva paura. Eppure abbiamo frigo, freezer, etichette chiare e strumenti per evitare tutto questo. Il problema è che la maggior parte delle persone non sa distinguere tra una vera scadenza pericolosa e un semplice TMC che dice solo “meglio prima”.
In Europa si sta discutendo da tempo sulla possibilità di riformare l’etichettatura per renderla più chiara e meno ambigua, proprio per ridurre lo spreco. Intanto, la soluzione è conoscere e usare il buon senso: informarsi, leggere, fidarsi dei sensi ma senza leggerezze.
Fidati della scadenza, ma non solo
La data sulla confezione è importante, ma non è un oracolo. Ci dice quanto tempo il produttore garantisce la sicurezza o la qualità del prodotto, ma non significa che il giorno dopo sia automaticamente veleno. Imparare a distinguere, osservare, annusare e gestire bene il proprio cibo è l’unico modo per mangiare in sicurezza senza riempire il bidone della spazzatura inutilmente. Una piccola rivoluzione quotidiana, che parte proprio dalla nostra cucina.
Cucinare, viaggiare e scrivere: queste sono le mie grandi passioni. Dal 2012 porto avanti “Le Mille Ricette”, un progetto nato, quasi per gioco, con il fine di condividere la mia voglia di sperimentare in cucina e che oggi è diventato una vera comunità per gli amanti dei fornelli.