Bonus Mamme lavoratrici 2024: aumenti significativi in busta paga, a chi spetta?

By Luana Pacia

Un nuovo bonus mamme lavoratrici sta per essere attivato. Si tratta di una manovra dedicata proprio a donne lavoratrici con figli. Scorpi di cosa si tratta e come fare domanda.

bonus mamme lavoratrici: soldi ed esenzioni

La Manovra 2024, adottando innovazioni significative, ha introdotto provvedimenti di sostegno mirati alle famiglie con figli a carico. Tra le misure adottate, spicca il cosiddetto bonus mamme lavoratrici, un’esenzione contributiva che può raggiungere fino a 3.000 euro all’anno in meno di contributi previdenziali per le donne lavoratrici madri con almeno due figli.

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L’impatto finanziario di questa misura è previsto a un costo di circa mezzo miliardo di euro nel periodo triennale 2024-2026, e si stima che circa 800.000 donne, corrispondenti al 10% delle lavoratrici complessive, ne trarranno beneficio. Secondo le valutazioni dell’Ufficio parlamentare di bilancio, il bonus mamme lavoratrici comporterà un incremento nel reddito netto fino a 1.700 euro, riflesso direttamente nelle buste paga delle beneficiarie.

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Limitazioni e controversie

Tuttavia, non mancano le controversie, soprattutto per quanto riguarda due categorie di lavoratrici che risulteranno escluse da questo provvedimento di agevolazione. La misura prevede, nel periodo compreso tra il 2024 e il 2026, la riduzione dei contributi fino a un massimo di 3.000 euro per le madri lavoratrici con tre o più figli, di cui almeno uno in età minore. Esclusivamente per l’anno 2024, è prevista anche la riduzione dei contributi per le madri lavoratrici con due figli, di cui almeno uno di età inferiore ai 10 anni. Purtroppo, il bonus mamme non sarà esteso alle lavoratrici domestiche e a circa un milione e mezzo di donne con contratti a termine, risultando quindi escluse da questo vantaggio.

Cosa prevede il bonus

Il bonus mamme lavoratrici stabilisce, dunque, che le madri lavoratrici non saranno tenute a versare i contributi previdenziali tradizionalmente a loro carico, quali l’Ivs (invalidità, vecchiaia, superstiti) nel settore privato e il Fap nel pubblico. Lo Stato si farà carico della quota, pari a circa il 9,19%, e c’è un ulteriore 33% dei contributi da versare, di cui una parte significativa è a carico dei lavoratori stessi. Tuttavia, le madri lavoratrici con più di due figli non subiranno questa riduzione direttamente nelle loro buste paga.

Tutte coloro a cui spetta il provvedimento

Il beneficio dell’esonero contributivo sarà destinato alle lavoratrici madri con contratto di lavoro a tempo indeterminato, sia nel settore pubblico che privato, durante il periodo dall’1 gennaio 2024 al 31 dicembre 2026, con un limite massimo di 3.000 euro all’anno, calcolato su base mensile. Per le madri con 3 o più figli, l’incentivo sarà garantito fino al raggiungimento dei 18 anni del figlio più giovane; per le madri con due figli, l’agevolazione sarà concessa fino al compimento dei 10 anni del figlio più piccolo, esclusivamente per il periodo dal 1° gennaio al 31 dicembre 2024.

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Si prevede che fino a 800.000 lavoratrici a tempo indeterminato, indipendentemente dal livello salariale, saranno coinvolte in questa iniziativa. Tuttavia, questa cifra rappresenta soltanto una piccola percentuale, pari al 10%, delle lavoratrici italiane, le quali al mese di agosto risultavano essere circa 9,9 milioni.

Riguardo all’aumento nella busta paga, la riduzione contributiva per le madri lavoratrici si tradurrà in un incremento fino a 1.700 euro. L’entità di tale incremento varierà in base al livello di stipendio. Ad esempio, con una retribuzione lorda di 35.000 euro, il vantaggio complessivo (ottenuto dalla somma delle due riduzioni contributive) potrebbe raggiungere circa 1.777 euro netti all’anno.

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Secondo l’Ufficio parlamentare di bilancio, gli sgravi contributivi non comporteranno un incremento totale del reddito disponibile, ma si attesteranno su circa 1.700 euro netti, in prossimità di una retribuzione lorda di 27.500 euro, valore che rimarrà sostanzialmente costante per livelli salariali superiori. Gli analisti dell’Upb sostengono che circa il 57% delle madri lavoratrici con un reddito inferiore a 35.000 euro beneficerà della riduzione contributiva, mentre il restante 43% sarà rappresentato da dipendenti con stipendi più elevati.

Coloro che hanno diritto al bonus mamme lavoratrici non necessiteranno di presentare domande: l’applicazione dello sgravio contributivo avverrà automaticamente da parte del datore di lavoro o dell’Inps, trasformandosi direttamente in un aumento dello stipendio lordo.

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