Il virologo Bassetti avvisa: “Subito quarantena per gli infetti contagiati da vaiolo delle scimmie e i loro contatti stretti per 21 giorni, come fatto da Uk e altri Paesi”.
Così, con un tweet, il virologo avvisa l’Italia.
“Non è rimedio da Medioevo”
“Non si tratta di uno strumento da Medioevo”, come era stato affermato dal direttore dello Spallanzani Francesco Vaia, dice Bassetti all’Adnkronos Salute, precisa Bassetti, quanto piuttosto “di fare quello che abbiamo sempre fatto noi infettivologi ed esperti di sanità pubblica: se c’è un’infezione ci si deve isolare e i contatti stretti devono fare una quarantena. Questo si fa per ogni malattie infettiva trasmissibile attraverso il contatto. E credo che sia giusto farlo anche con il vaiolo delle scimmie. Sarà anche stata introdotta nel Medioevo, ma la quarantena è oggi ancora utile”.
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Poi, prosegue Bassetti: “Se Austria, Belgio, Germania e Regno Unito l’hanno fatto, credo che abbiano seguito le indicazione visto che è una infezione che ha un tempo di incubazione di 21 giorni. In Italia dobbiamo isolare i casi e i contatti molto stretti, le persone che hanno dormito nello stesso letto dovrebbero, per 2-3 settimane, rimanere confinate in un ambiente domiciliare. Questo se si vuole limitare la diffusione del virus”.
E ancora: “Siamo a oltre 300 casi di vaiolo delle scimmie in oltre 20 Paesi. Nelle prossime ore/giorni arriveremo a migliaia di casi, tanto che credo sia inutile continuare a dare numeri“.
Nel frattempo, virus isolato al Sacco di Milano
Intanto, Adnkronos fa sapere: “Il virus del vaiolo delle scimmie è stato isolato al Sacco di Milano nel laboratorio di Microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle Bioemergenze.. Rappresenta un importante risultato per la ricerca scientifica – dice la vicepresidente e assessore al Welfare della Regione Lombardia, Letizia Moratti- in quanto sarà possibile saggiare l’attività di farmaci antivirali e testare la risposta anticorpale dei pazienti che hanno contratto l’infezione e della quota di popolazione vaccinata contro il virus del vaiolo. Una ulteriore testimonianza del valore della ricerca scientifica dei laboratori lombardi”.