Il nuovo rapporto “Acque senza veleni”
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Greenpeace Italia ha lanciato un grido d’allarme riguardo la contaminazione dell’acqua potabile in Italia. Secondo un’indagine condotta in 235 città italiane, il 79% dei campioni analizzati contiene PFAS, un gruppo di sostanze chimiche pericolose, alcune delle quali classificate come cancerogene. I risultati sono stati presentati a Roma in un rapporto dettagliato che include mappe con i livelli di contaminazione nelle diverse località.
PFAS: cosa sono e perché sono pericolosi
I PFAS (sostanze poli- e perfluoroalchiliche) sono composti chimici usati in molteplici settori industriali e prodotti di consumo per le loro proprietà idrorepellenti e antiaderenti. Tuttavia, queste sostanze si sono rivelate estremamente persistenti nell’ambiente, tanto da essere definite “inquinanti eterni”.
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Tra le molecole più diffuse nell’acqua potabile ci sono:
- PFOA, classificata come cancerogena, rilevata nel 47% dei campioni;
- TFA (acido trifluoroacetico), presente nel 40% dei campioni, un composto non biodegradabile considerato uno dei contaminanti più persistenti;
- PFOS, un possibile cancerogeno, trovato nel 22% dei campioni.
Greenpeace sottolinea che i PFAS possono accumularsi nel corpo umano, causando danni al fegato, problemi al sistema immunitario, alterazioni ormonali e un aumento del rischio di sviluppare tumori.
Una crisi nazionale: le città più colpite
Secondo il rapporto, alcune città italiane mostrano livelli di contaminazione particolarmente preoccupanti. Ecco i luoghi con le concentrazioni più elevate di TFA (acido trifluoroacetico):
- Castellazzo Bormida (AL): 539,4 nanogrammi per litro, il valore più alto;
- Ferrara: 375,5 nanogrammi per litro;
- Novara: 372,6 nanogrammi per litro.
Anche altre città presentano livelli allarmanti di contaminazione, come:
- Alghero (SS);
- Cuneo;
- Sassari;
- Torino;
- Cagliari;
- Casale Monferrato (AL);
- Nuoro.
A livello regionale, la contaminazione più diffusa si registra in:
- Sardegna, con il 77% dei campioni positivi;
- Trentino-Alto Adige, con il 75% dei campioni positivi;
- Piemonte, con il 69% dei campioni positivi.
L’inadeguatezza dei limiti normativi attuali
A partire dal 2026, l’Italia dovrà adeguarsi alla direttiva europea 2020/2184 che introduce limiti per i PFAS nell’acqua potabile. Tuttavia, Greenpeace e l’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) avvertono che questi limiti sono insufficienti a proteggere la salute umana, basandosi su studi scientifici più recenti. Altre nazioni europee, come Danimarca e Paesi Bassi, hanno già adottato limiti più restrittivi.
Contaminazione anche nelle acque minerali
Il problema dei PFAS non si limita all’acqua del rubinetto. Test effettuati da associazioni ambientaliste, tra cui PAN Europe, hanno rilevato la presenza di queste sostanze in oltre la metà delle bottiglie di acqua minerale analizzate, con particolare attenzione all’acido trifluoroacetico (TFA). Lo scandalo che ha coinvolto i marchi Perrier e Vittel in Francia evidenzia quanto sia difficile affrontare questa contaminazione.
L’appello di Greenpeace al governo italiano
Nonostante le prove sui rischi per la salute umana, in Italia non esiste ancora una legge che vieti l’uso e la produzione di PFAS. Greenpeace Italia ha raccolto oltre 136 mila firme con una petizione che chiede al governo di intervenire immediatamente, mettendo al bando queste sostanze e promuovendo alternative più sicure.
Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna Inquinamento di Greenpeace Italia, ha dichiarato:
“È inaccettabile che milioni di persone siano esposte a queste sostanze tossiche senza che il governo prenda provvedimenti. La popolazione ha diritto a un’acqua pulita, libera da veleni e contaminanti.”
La contaminazione da PFAS rappresenta una crisi ambientale e sanitaria di portata nazionale. È necessario che il governo italiano e le autorità competenti agiscano rapidamente, introducendo limiti più severi e vietando l’uso di queste sostanze. Greenpeace, con il supporto della società civile, continuerà a fare pressione per garantire a tutti il diritto a un’acqua potabile sicura e pulita.