Multa in arrivo per chi usa Vinted, Ebay e Wallapop. Cos’è successo?

By Luana Pacia

Le venditrici seriali di Vinted, Ebay e Wallapop possono mettersi l’anima in pace: il Fisco ha stretto le regole e potrebbero arrivare multe salatissime.

Il Fisco vigila su Vinted

Per anni le piattaforme di vendita online sono state assalite da migliaia di utenti desiderosi di disfarsi dei loro beni inutilizzati, ma non solo. Venditori professionisti hanno ben pensato di sfruttare l’occasione per aumentare le proprie entrate, all’insaputa del Fisco. Adesso tutto è cambiato. Già dalla direttiva Dac7 del 2021 c’era l’obbligo di inviare i dati di vendita degli utenti, provvedimento in cui era inclusa anche l’Italia.

come vendere velocemente su vinted

Dal 20 novembre 2023, però, l’Agenzia delle Entrate ha stabilito termini e modalità di comunicazione dei dati sulle vendite di beni e servizi. L’obiettivo è fare una distinzione tra chi fa una vendita saltuaria, magari per liberare un po’ di spazio nell’armadio e chi lo fa in modo seriale, proprio come un professionista. In quest’ultimo caso sarà necessario aprire una partita IVA.

Iscriviti gratuitamente sul canale Telegram, cliccando qui

oppure su Whatsapp, cliccando qui per non perdere tutte le novità

In questo modo si porrà un freno all’evasione fiscale e al mondo sommerso dei guadagni in nero, spesso coadiuvato dalle piattaforme online che sono più difficili da gestire e controllare.

Non solo Vinted

ebay

La direttiva UE è riferita non solo a Vinted, Ebay e Wallapop, ma a tutte le piattaforme di vendita di beni online. Parliamo quindi di  Amazon, Etsy, Vestiaire Collective, così come Airbnb. Questo non significa che tutti gli iscritti riceveranno una multa salata per le loro vendite, ma che le piattaforme su cui sono iscritti trasmetteranno i dati delle vendite al Fisco. Per cui chi è abituato a vendere molto, dovrà dichiarare i propri redditi e/o aprire una partita IVA.

Ma quali sono i limiti? Qualora il venditore abbia compiuto almeno 30 vendite o se abbia guadagnato, in un anno solare, più di 2.000 euro. Solo in uno di questi due casi, l’utente dovrà scaricare un modulo e inviarlo, comunicando: nome e cognome, data di nascita, indirizzo, codice fiscale o partita IVA. Se parliamo di un professionista o un’azienda, è da aggiungere anche la ragione sociale, l’indirizzo, il numero di identificazione fiscale e partita IVA.

Ogni piattaforma online comunicherà anche il titolare del conto corrente, l’IBAN e gli importi recepiti. Insomma, addio furbetti!