La categoria dei blogger è stata una delle più bistrattate dell’ultimo decennio. Tra chi rifiuta che il loro sia un lavoro e chi ancora ci guadagna, diamo uno sguardo a questo mondo che ha ancora tanto da dare.
I primi blogger? Nel 1993
Nonostante venga spesso fatto risalire al 1997, il fenomeno dei blogger parte ancor prima: dal 1993, l’anno in cui Rob Palmer, che alcuni considerano il primo blogger al mondo, avviò un diario online mentre lavorava per una società di comunicazione. Il sito era semplice, non c’era grafica, né formattazioni, ma solo un testo con cui Palmer aggiornava quotidianamente. La sua idea era riversare nello schermo le sue idee, senza alcun fine specifico.
Il fenomeno divenne maggiormente articolato negli anni a venire, motivo per cui il 18 luglio 1997 viene riconosciuta come data simbolica di nascita di questa forma di comunicazione. Il motivo è da imputare a Dave Winer, lo sviluppatore statunitense del primo software dedicato alla pubblicazione dei blog, praticamente una versione primitiva di ciò che sarebbe avvenuto poi.
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Il primo blog considerato tale nacque il 23 dicembre 1997, quando Jorn Barger aprì il sito personale RobotWisdom. Fu lui a coniare il termine “weblog”, usato per definire la sua attività di catalogazione dei link trovati sul web. Da lì venne poi abbreviato in “blog”. Attenzione, perché i primi blog erano solo una lista di link, utilissimi visto che Google non esisteva ancora e gli utenti necessitavano di un aiuto per trovare ciò di cui avevano bisogno.
I blogger in Italia e la moda dei blog
In Italia i blogger partirono dal 2001, grazie a siti come Blogger, wordpress.com e molti altri. Tra il 2002 e il 2007, tutti avevano un blog, anche solo per condividere le proprie foto in assenza di un vero e proprio social. Ricordate MSN Live?
Il 2003 rappresenta un anno importante per l’evoluzione del blogging, in quanto Google acquistò Blogger e lanciò AdSense e AdWords, due delle sue iniziative più innovative e redditizie. Ciò permise i blogger di monetizzare i propri siti web attraverso annunci pubblicitari mirati, ciò che prima era un hobby diventò un lavoro. Un lavoro spesso complicato e che andava alla pari con SEO, parole chiave, argomenti che andassero di moda.
E a proposito di moda, lo stesso blogging lo diventò e in quanto tale precipitò tra il 2009 e il 2010, anno in cui si diffusero Facebook e Twitter. I lunghi articoli vennero sostituiti da meme, commenti brevi e milioni di foto. Una comunicazione del tutto diversa, ma con una grande presa sul pubblico. Nonostante ciò, i blog pubblici nel 2011 erano 156 milioni.
I numeri oggi
Nel 2016 WordPress ha introdotto l’estensione di dominio .blog. Questo nuovo dominio si è aggiunto alle classiche estensioni come .com, .net, e .org. Questa mossa ha permesso di personalizzare il sito e dargli una definizione ben precisa, oltre a dare nuova linfa vitale ai blog che nel frattempo si sono specializzati.
Oggi è possibile trovare blog dedicati alla moda, alla gestione della casa, alle ricette di cucina, il fenomeno ha retto al passare del tempo e si è addirittura espanso. Ci sono ancora i veterani del settore, così come nuovi appassionati che trovano nel blogging una grande motivazione.
E guardando le stime, pare che oggi ci siano oltre 600 milioni di blog nel mondo, con oltre 6 milioni di post di blog pubblicati quotidianamente. Insomma, per la fine dei blogger c’è tempo!