Ben il 50% dei genitori in USA somministra ai propri figli degli integratori. Questo è quanto risulta da una indagine condotta a livello nazionale dai pediatri del C.S. Mott Children’s Hospital, nel Michigan.
E’ un dato allarmante, poiché è sconsigliabile fare ricorso a integratori a quella tenera età.
Perché i genitori fanno ricorso a questi integratori?
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Molti genitori fanno ricorso agli integratori perché sostengono che i loro bambini non mangino abbastanza carne o verdura perché “schizzinosi”, altri ritengono invece che non assumano abbastanza calcio, o abbastanza fibre.
Per il 52% dei genitori, comunque, i loro figli assumono già dai cibi che mangiano il quantitativo vitaminico corretto, mentre il 47% ritiene che sia troppo dispendioso cercare di farlo, di qui la somministrazione di integratori.
L’uso consapevole degli integratori: cosa dicono gli esperti
I genitori che somministrano integratori ai propri piccoli, non tengono conto dei fattori di rischio correlati e ignorano le indicazioni.
Ma sono proprio i genitori con un reddito più elevato a essere più inclini alla somministrazione di multivitaminici, forse perché vittime di strategie di marketing.
Gli autori caldeggiano per una integrazione vitaminica che parta di cibi, e non dalle pillole. Per loro, l’ideale è mettere in tavola la cosiddetta “alimentazione arcobaleno”, ovvero una alimentazione varia e che contenga tutti i complessi vitaminici sufficienti per poter supportare l”organismo in maniera corretta.
La difficoltà nello scegliere l’integratore giusto
A questi problemi se ne aggiunge un altro: esistono centinaia di integratori, spesso venduti persino nei supermercati e quindi non sottoposti agli stessi controlli dei farmaci.
I genitori non vengono dunque informati sui rischi, sulla possibilità di sovradosaggio, nè sulle possibili conseguenze ed effetti collaterali.
Per questo, secondo gli autori dello studio, sarebbe auspicabile rivolgersi prima al pediatra, che caso per caso, valuterà cosa e se somministrare al bambino degli integratori e con quali dosaggi.
Inoltre, sottolineano sempre gli autori dello studio, per i genitori meno abbienti e meno istruiti, sarebbe il caso di creare dei canali di informazione che possano avvertirli e guidarli in maniera adeguata, in modo da prendere le migliori decisioni. Per esempio attraverso i servizi sociali e sostenendoli con sussidi per alimenti.