Sequestrate dai Nas 39 tonnellate di dolci natalizi contraffatti
Come ogni Natale, i consumatori devono affrontare il rischio di trovare tra i dolci natalizi e altre delizie festive cibo contraffatto o di cattiva qualità. Un pericolo per la salute perché spesso le contaminazioni alimentari non sono visibili e non sono subito percepibili.
I Carabinieri del Nas, in collaborazione con il Ministero della Salute ha sequestrato 39 tonnellate di dolci tipici natalizi in cattivo stato di conservazione. Non solo, i carabinieri hanno rinvenuto anche materie prime conservate in locali invase da parassiti e con altre gravi mancanze igieniche. Tutti prodotti pronti ad essere imballati e distribuiti in diversi canali di commercializzazione, mentre le materie prime sarebbero state utilizzare per preparare prodotti tipici. Bologna, Roma, Latina e Viterbo sono le città dove sono avvenuti gli ultimi sequestri e la scoperta di cibo natalizio contraffatto.
Una rete di contraffazione e scarsa qualità del cibo che comprende imprese e laboratori di pasticceria artigianale
Sono state controllate circa mille imprese, le irregolarità rivelate riguardano 382 strutture, in totale il Nas ha constatato 585 violazioni penali e amministrative, il che indica che c’è anche una struttura che consenta di commercializzare questi prodotti non contando della qualità e delle leggi da seguire.
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L’autorità giudiziaria ha deferito 18 gestori e sanzionati 342 laboratori di pasticceria che non eseguivano procedure preventive di sicurezza alimentare e utilizzavano quindi, ingredienti e materie prime di scarsa qualità. I dolci natalizi contraffatti sarebbero stati cucinati in questi laboratori e poi distribuiti tra supermercati o altre realtà commerciali.
Come evitare dolci natalizi taroccati o di cattiva qualità? Ecco alcuni consigli di esperti
Coldiretti e altre realtà che si occupano dei consumatori, lanciano avvisi ogni anno sotto le feste natalizie e non solo. Le festività creano uforia nei consumi, gara alla ricerca del miglior regale e degli alimenti migliori per il cenone. Però, è anche il momento in cui si è più soggetti a prodotti contraffatti e cibo di scarsa qualità anche se imballato a regola d’arte tra fiocchi e disegni colorati.
Prodotti da forno e dolciumi. Vediamo alcuni consigli da seguire partendo proprio dai dolci tipici natalizi. LA normativa vigente (DM del 22/7/2005 e circolare MISE del 3.12.2009) sottolinea l’attenzione agli ingredienti e materie prime utilizzate. Gli ingredienti devono essere riportati nelle etichette e attenzione anche al prodotto tipico preparato seguendo la tradizione. Il produttore o distributore dovrebbe dare delle indicazioni anche sulle modalità di produzione e comunque indicare i laboratori o le industrie che hanno seguito tutte le fasi di preparazione.
Frutta secca: tutelare chi soffre di allergie e intolleranze. La frutta secca oltre ad essere consumata direttamente è anche ingrediente di tantissimi dolci natalizi tipici e ricercatissimi. Non c’è bambino che non voglia un pezzettino di torrone al cioccolato farcito, oppure che non inizi a scavare la superfice dei panettoni rubando le mandorle o la graniglia di nocciole sulla farcitura di cioccolato. Quando acquistiamo le confezioni di frutta secca è importante ricordarsi dove si è acquistata la conferzione, controllare se nelle etichette sono indicate le zone di confezionamento e conservazione.
I ritiri alimentari di questi anni hanno visto il ritiro di molti prodotti proprio dalle imprese coinvolte perché ci si è accorti della presenza di micromuffe o altri contaminanti. In più, l’utilizzo della frutta secca deve essere indicata negli ingredienti per le persone che soffrono di allergie e intolleranze.
Dolci natalizi e non solo, quali altri prodotti alimentari possono essere contraffatti?
Salumi e formaggi natalizi possono essere freschi ma anche di lunga conservazione. Fortunatamente sono un alimento che quando fanno muffa danno subito segnale con il classico colorito verde oppure sapore acido e odore alterato. Si può subito avvisare il supermercato oppure il negozio o la realtà di acquisto o produttiva a cui ci si è affidati. Tutto ciò è vero se nelle etichette ci sono informazioni di produzione, imballaggio, assortimento ad altri ingredienti, pensate ad un formaggio che ha anche semi di peperoncino oppure pezzettini di noci e frutta secca.
Dato che però un salume artigianale o un formaggio tipico può costare tanto, l’attenzione va sulla contraffazione, il consumatore finale non va truffato. Così, si da importanza al simbolo Dop e Doc, denominazione di origine protetta e denominazione di origine controllata. In realtà, più informazioni da di sé produttore o laboratorio artigianale e più risorse di verifiche e controllo ha a disposizione il consumatore finale che, talvolta, è anche molto distratto o ha poco tempo.