Scuola e Università, 50.000 assunzioni e aumenti di stipendio a chi procura fondi di ricerca

By Ana Maria Perez

Scuola e Università, alla caccia di talenti

Qualche giorno fa dalla redazione di Ultimedalweb vi informavamo della programmazione da parte del governo di cambiamenti importanti nel settore scolastico. Nell’articolo ” 100.000 tutor a scuola e nuovi assunti: tutto cambia e aumentano di parecchio gli stipendi” accennavamo alle modifiche previste per alcune categorie di istituti, che vedranno implementato il proprio organico con l’arrivo di nuovi tutor; inoltre, parlavamo dell’aumento degli stipendi dei docenti, gravati da nuove responsabilità. Ieri, giovedì 6 aprile, il ministero ha approvato definitivamente il nuovo piano di reclutamento del personale e ora siamo in grado di spiegarvi cosa prevede esattamente.

50.000 assunzioni per l’anno scolastico 2023-2024

Il Ministero dell’Istruzione ha avviato un piano di assunzioni a tempo indeterminato per i docenti. E’ un piano che si aggiunge ai concorsi ordinari previsti per il Pnrr. Il ministro Giuseppe Valditara spera di riuscire a soddisfare i criteri del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che prevede l’assunzione di 70mila docenti entro la fine del 2024.

Nel nuovo piano saranno assunti 50mila docenti. Di essi, tra 18.000 e 20.000 cattedre saranno destinate a insegnanti di sostegno. Valditara ha affermato: “puntiamo a creare le condizioni per il regolare avvio del prossimo anno scolastico, assicurando la continuità didattica per gli studenti, la qualità dell’insegnamento e la riduzione del precariato… forniamo una risposta pronta e significativa ai ragazzi con disabilità, con la più rilevante immissione in ruolo di docenti di sostegno degli ultimi anni, rendendo più selettive le procedure di reclutamento

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Ieri sera il ministro postava l’approvazione del dispositivo in un tweet

Se le assunzioni straordinarie saranno tra 18.000 e 20.000, restano 30.000 posti per l’insegnamento ordinario. A questo proposito, per le nuove assunzioni si ricorrerà alle graduatorie. Le persone idonee che non sono state ancora stabilizzate, potranno essere chiamate per un posto a tempo indeterminato.

Condizioni per mantenere il posto di lavoro

Le assunzioni straordinarie non saranno automaticamente a tempo indeterminato. La procedura prevede un anno di prova seguito da un esame; solo dopo averlo superato (e non dovrebbe essere troppo facile) si potrà avere l’assunzione a tempo indeterminato. Inoltre, per gli insegnanti di sostegno ci sono dei vincoli: dovranno garantire la continuità nella stessa scuola per almeno tre anni. E non dovranno cambiare materia d’insegnamento.

Il concorso estivo per gli insegnanti precari

Durante l’estate 2023 si terranno inoltre i concorsi già programmati per gli insegnanti  precari che hanno almeno tre anni di servizio maturati negli ultimi cinque anni, o che hanno guadagnato i 24 crediti formativi universitari necessari. Si tratta di 25 mila posti a tempo indeterminato. Pertanto, in totale le assunzioni nel settore dell’insegnamento potrebbero raggiungere le 75 mila unità già nel 2023, anticipandosi alla tempistica del piano del Pnrr.

Università, aumento di stipendio per chi ottiene fondi di ricerca

Non mancano provvedimenti per il settore universitario, dove la disponibilità dei fondi è sempre un’esigenza fondamentale per portare avanti la ricerca. Sempre di più si parla della “fuga di cervelli” e delle mancate risorse per potere svolgere attività di ricerca adeguata. Succede spesso che il personale precario “emigri” verso altri lidi più “remunerativi” per mancanza di risorse. Tuttavia, i fondi a disposizione per sviluppare progetti in ambito europeo non mancano. Pertanto, l’esecutivo propone un aumento dello stipendio fino al 30% per i ricercatori che vincono finanziamenti di ricerca, come ad esempio i progetti di eccellenza Gant Horizon e Marie Curie.

La norma “è pensata per incentivare i dottori di ricerca a rimanere in Italia e, allo stesso tempo, per attrarne di nuovi dall’estero. Oggi i vincitori di Gant possono decidere di svolgere il proprio progetto di ricerca altrove, lasciando il proprio istituto di provenienza e portando con sé la dote finanziaria. L’introduzione della norma è un incentivo a restare in Italia e a richiamare ricercatori dall’estero

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