Vino italiano, 29.600 presenze estere a Vinitaly
Vi abbiamo raccontato la scorsa settimana di uno dei più attesi appuntamenti dell’anno per il settore vinicolo: la manifestazione Vinitaly, che si è tenuta a Verona dal 2 al 6 di aprile. Con 4 mila aziende produttrici provenienti da 30 paesi, Vinitaly è stata fondamentale per capire l’andamento del vino italiano. Dopo la pandemia e la chiusura di alcuni mercati, i dati erano falsati. Ma la manifestazione ha riportato il vino italiano al proprio posto e ha reso l’idea del suo valore dentro e fuori dai propri confini.
Nei quattro giorni di esposizione, la manifestazione ha registrato 93 mila presenze, di cui 29.600 erano straniere. A grande sorpresa è ritornata l’Asia, con la Cina e il Giappone ai primi posti. Ma non è soltanto la presenza fisica di buyer e curiosi a dare l’idea dei volumi che si generano grazie all’appuntamento vinicolo più importante dell’anno. Perché, oltre alla manifestazione c’è l’indotto. Basti pensare che Vinitaly genera un’audience di 4 miliardi di persone sui media in Italia e all’estero nella settimana della manifestazione.
Vediamo alcuni dati.
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I numeri in crescita per l’export
Gli acquirenti esteri, provenienti da 143 paesi, sono aumentati in questa edizione del +20%. Inoltre, le degustazioni di vino nel salotto degli amanti del vino nel centro storico di Verona si sono fermate a 45.000 , che corrisponde al + 50% del 2022.
Il mercato estero
Stanti i numeri forniti da Veronafiere, gli Stati Uniti si sono posizionati primi in classifica per numero di acquisti, lasciando indietro la Germania, sempre amante del vino italiano. Al terzo posto si posiziona il Regno Unito, mentre la Cina torna in quarta posizione, una volta del Canada, in coda come quinto buyer. Del resto, abbiamo visto che Il mercato del vino italiano è un mercato da record, che nel 2022 ha movimentato oltre 8 miliardi di euro, secondo l’analisi di Wine Monitor. Lo scenario non è semplice, considerando le conseguenze della guerra, le costose materie prime e i trasporti a livello globale, ma si va avanti; le prospettive di crescita sono elevate per il Made in Italy. La prova, Vinitaly.
I numeri delle vendite all’estero
I paesi extra UE fanno la differenza. L’Asia raddoppia (+116%) con un numero di presenze cinesi che si aggirano intorno a 1000, mentre il Giappone segna un +143%. Gli americani segnano il +38% complessivo. Gli Stati Uniti si posizionano al secondo posto come importatori, con un +45% rispetto al 2022. Il Brasile segna un dignitoso + 46% e il Canada un più modesto +19%, un pò al di sotto delle aspettative. Anche l’Australia ha fatto sentire il suo apprezzamento per il vino italiano, attestandosi a un +130% degli acquisti del 2022.
Gli agricoltori soddisfatti
Cia Agricoltori italiani manifesta la propria soddisfazione per i risultati più che positivi della manifestazione. Le 33 aziende agricole presenti hanno proposto 50 degustazioni e visto sfilare buyer esteri provenienti da Asia, America ed Europa. I due stand a disposizione hanno accolto nelle quattro giornate più di ottomila visitatori al giorno in media. Il Presidente Cristiano Fini dichiara di essere molto soddisfatto: “Un successo di presenze e di partecipazione che premia la qualità e la varietà del vino made in Italy portato in fiera dalle aziende associate… si conferma vincente la formula Cia di mettere al centro le imprese e il loro lavoro“.
Adesso non resta che seguire il trend e scoprire i prodotti di eccellenza per non lasciare che i prodotti di qualità vadano tutti all’estero. In Italia c’è una grande varietà di vini: biologici, rossi, bianchi, rosè, spumanti… Qualsiasi occasione è buona per degustare un buon calice di vino. Presentiamoci pronti a degustare una specialità locale. Il settore ringrazierà, e la tasca anche!!