Impennata dei prezzi di pane, pasta e olio di semi

By Ana Maria Perez

La guerra in Ucraina e i beni di prima necessità

Oggi è il 25 febbraio del 2023. Ad un anno dall’inizio del conflitto in Ucraina si fanno i conti con l’impennata dei prezzi dei beni di prima necessità. In Italia non si può fare a meno di alcuni prodotti, che fanno parte della cosiddetta “dieta mediterranea”. Alla base troviamo il pane, l’olio e la pasta. In realtà ci sarebbe ancora un lungo elenco di alimenti di prima necessità che potremmo elencare (legumi, riso, latte, formaggi), ma per adesso ci concentriamo su quelli che non possono in alcun modo mancare. Assoutenti ha presentato uno studio che presenta il prezzo dei prodotti prima e dopo il 24 febbraio 2022. Senz’altro la guerra ha inciso sul prezzo di vendita finale di alcuni prodotti ad ampio consumo.

Pane, pasta e olio di semi

La ricerca presentata da Assoutenti prende di mira tre prodotti basilari della dieta mediterranea: il pane fresco, la pasta di grano duro e l’olio di semi. L’associazione confronta i prezzi al dettaglio di gennaio 2022 con quelli in vigore un anno dopo. Dalle risultanze della ricerca, a pagare di più per un chilogrammo di pane sarebbero i residenti di Bolzano (€6,21 al kg), seguiti dagli abitanti di Venezia (€5,91); il bronzo lo conquista Ferrara (€5,89). Il prezzo più basso si paga a Napoli (€2,18 euro al kg in media). Per la pasta, a Messina si trova un incremento in soli due mesi pari al +13%, mentre a Venezia la pasta cosa l’11% in più. In generale, in dodici città si registrano incrementi superiori al tasso annuo di inflazione. L’olio di semi è più caro a Siracusa (€3,80 al litro), seguita da Genova (€3,54) e Sassari (€3,44). La città dove l’olio costa di meno è Livorno (€2,54).

Il costo a tavola dell’aggressione russa

Anche se Coldiretti ha fatto i conti di quanto l’aggressione russa all’Ucraina stia costando a tavola agli italiani, bisogna aggiungere le difficoltà che sta attraversando l’agricoltura in questo momento nel nostro paese. La mancanza di pioggia ha rovinato una gran parte dei raccolti. Il 34% delle aziende agricole sono costrette a lavorare in una condizione di perdita. I prezzi si sono innalzati, ma le previsioni di pioggia non sono sufficienti a riportare la situazione alla normalità. E’ previsto ancora un incremento notevole dei prezzi della frutta e della verdura che in estate potrebbero raggiungere il 75% di sovrapprezzo rispetto al 2022.

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