Ormai sempre più nutrizionisti sconsigliano il consumo del tonno in scatola per una serie di motivi. Cerchiamo di capire quanto c’è di vero in questo e se esistono marche che è meglio non acquistare.
Il tonno in scatola fa male?
Come tutti gli alimenti in scatola, è bene non consumarne troppi perché ricchi di conservanti. Il tonno, in particolare, ha molto più sale rispetto al normale e una quantità di metalli pesanti nociva per la salute. Il suggerimento è consumare il tonno inscatolato saltuariamente, ad esempio una volta ogni 10 giorni, prediligendo il tonno fresco o quello al naturale per il proprio regime alimentare.
Sono alcuni soggetti, soprattutto, a dover prestare attenzione al suo consumo: parliamo delle donne in gravidanza, soggetti con disfunzioni epatiche e affette da iperuricemia. A livello nutrizionale, invece, è sorprendente il fatto che il tonno in scatola e quello fresco abbiano gli stessi valori per cui vale comunque la pena mangiare quello in scatola, a patto che non diventi troppo frequente. Un altro elemento che fa la differenza è la marca del tonno.
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Quale tonno non acquistare?
Prima di scegliere un marchio è bene controllare il tipo di tonno utilizzato, e sì perché non ne esiste uno solo, ma trattasi di una vera e propria famiglia che annovera, tra gli altri, il tonno pinna gialla, l’alletterato, il tonnetto striato, ecc. Ognuno di essi ha un proprio colorito, una consistenza e un sapore completamente diversi per cui è importante capire qualche sia la variante che più si accoda ai propri gusti.
Anche l’olio di conservazione è importante perché è quasi impossibile capirne la qualità e se sia stata miscelata con altre sostanze chimiche. Proprio questo è il motivo per cui è preferibile acquistare quello al naturale e in barattolo di vetro. Inoltre, un altro consiglio da seguire è optare per i tranci interi e non quelli sminuzzati.
La carne del tonno utilizzata è quella che proviene dal muscolo, una parte liscia e compatta, molto più rispetto al tonno sminuzzato e compresso in una piccola scatoletta. A peccarne è il sapore, perciò è bene non rinunciare a quella consistenza così piena sotto i denti.
Seguire le classifiche annuali dei tonni migliori è ottimale in quanto vengono presi in considerazione molti parametri tra cui l’area in cui viene pescato il pesce, i metodi di lavorazione e la percentuali di metalli presenti all’interno. Insomma, mangiare il tonno NON fa male se si sa come farlo!
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