La Legge di Bilancio ha rinnovato il Bonus Raccolta Differenziata per le imprese, una misura già in vigore dal 2019 che è stata finanziata nuovamente con un fondo di 10 milioni di euro. Vediamo nello specifico di cosa si tratta e come ottenerlo.
Un bonus per le imprese
A discapito di ciò che sembra, il Bonus Raccolta Differenziata non è correlato allo smaltimento dei rifiuti, bensì all’acquisto di materiale riciclato. Le imprese potranno beneficiare di 20.000€ in crediti di imposta, a patto che il materiale acquistato provenga dalla raccolta differenziata. Questo bonus si pone un prestigioso obiettivo: ridurre l’impatto ambientale e reimmettere in circolo tutte quelle materie plastiche riciclate che possono ancora essere utilizzate. Un passo avanti verso un futuro più ecologico che però necessita di un incentivo da parte del governo in quanto, spesso, le materie di nuova produzione costano meno rispetto a quelle riciclate e le imprese interessate potrebbero essere scoraggiate all’acquisto.
In cosa consiste il Bonus Raccolta Differenziata
Anche se è chiamato bonus, trattasi di crediti di imposta ovvero di un rimborso in seguito all’acquisto del materiale riciclato. Per ottenerlo è necessario compilare una domanda mediante F24 all’Agenzia delle Entrate. Attraverso la dichiarazione dei redditi sarà possibile comprovare l’acquisto, acquisto che – ricordiamo – deve essere esclusivamente di imballaggi in plastica o prodotti derivanti dalla raccolta differenziata di carta, alluminio e vetro. I crediti di imposta sono al 36%, fino a un massimo di 20.000€ e sono richiedibili per tutte le aziende su suolo italiano. Non vale per i privati ma unicamente per le imprese. Può essere visto come una sorta di premio per chi evitare di sprecare nuove risorse ma decide di utilizzare imballaggi riciclati per il confezionamento dei propri prodotti. La normativa a cui ci si riferisce è la UNI EN 13432:2002.
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Quando parte la domanda
Al momento non sono ancora state definite le modalità della domanda né i criteri di applicazione ma gli esperti sono pronti a scommettere che tutto arriverà nelle prossime settimane. Ciò che manca è il decreto effettivo a opera del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, del Ministero delle Finanze e del Ministero delle Imprese. Devono essere, infatti, scelte tutte le certificazioni tecniche che occorreranno, ciò lascia presagire che il nuovo Bonus Raccolta Differenziata possa essere leggermente differente rispetto a quello del 2019. Quello che è certo è che le imprese potranno inviare in modalità autonoma la richiesta dell’incentivo oppure affidarsi a un consulente finanziario.
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