Il termine Hikikomori è molto popolare in Giappone, terra da cui proviene. Se fino a qualche anno fa pensavamo che il fenomeno fosse isolato solo alla terra nipponica, le statistiche recenti svelano come i numeri siano in crescita anche in Italia. Di cosa si tratta e quali sono i rischi?
Chi sono gli Hikikomori
La traduzione letterale di “Hikikomori” è stare in disparte. Con il tempo ha assunto un significato ben preciso, ovvero la tendenza di un individuo a starsene da solo, fino a non uscire di casa ma avendo contatti con il mondo esterno mediante internet. Questo comportamento è comune in un target specifico, ovvero la fascia di età dai 15 ai 19 anni. Dando un’occhiata ai dati dello studio promosso dal Gruppo Abele e dall’Università della Strada su un campione di 12.000 studenti, il 2% si auto-definiva Hikikomori. Partendo da questa piccola percentuale, la stima è che 54.000 adolescenti italiani soffrano della stessa condizione, con periodi rinchiusi che vanno da 1 a 6 mesi. Altri 67.000 potrebbero presto diventarlo perciò è necessario correre al più presto ai ripari.
I rischi degli Hikikomori
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