Zelensky a Sanremo – è polemica la presenza del presidente ucraino al Festival.
Ormai lo sappiamo, Sanremo non è più soltanto una competizione canora. Ogni anno sul palco dell’Ariston vengono invitati diversi ospiti italiani e stranieri che espongono tematiche sociali importanti. Ed ogni volta è polemica. C’è chi contesta questa parte del festival, poiché la ritiene soltanto una modalità per aumentare l’audience, c’è chi non ha desiderio di sentir parlare di temi scomodi, perché in fondo già ci pensano i telegiornali.
Quest’anno è il turno di Zelensky. Il presidente ucraino che nel corso del 2022 si è messo in prima linea per combattere la devastante guerra del suo paese contro Putin, già aveva utilizzato i social (e la rete) per comunicare. Nel marzo 2022 si era infatti collegato con il Parlamento italiano ed in un discorso di poco più di 12 minuti era stato in grado di ottenere tutta l’attenzione su di lui e sulla richiesta d’aiuto. Questa volta ci pensa Bruno Vespa ad intercedere per il presidente.
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Il presentatore e il numero uno dell’Ucraina, si sono incontrati a Kiev. Nella puntata registrata martedì di Porta a Porta, Vespa ha intervistato Zelensky. “Un’ora di conversazione a Kiev con il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky, mentre suonavano le sirene dell’allarme. La sua famiglia, i suoi sogni, la volontà di combattere fino alla vittoria“, un’occasione durante la quale il presidente ha chiesto di poter essere ospite a Sanremo.
Amadeus ha “accettato l’invito” riservando a Zelensky l’ultima serata del Festival, che andrà in onda su Rai Uno dal 7 all’11 febbraio, con un video registrato, in modo tale da inserirlo al momento più opportuno ed evitare problemi tecnici. La sua presenza però non è stata apprezzata da tutti e sono già scattate le prime polemiche.
Tra questi, Fabio Duranti, che afferma che nel corso degli anni si è concesso sempre meno spazio alla gara canora in favore di momenti stucchevoli che puntano all’emotività del pubblico.
“Già le pagelle date in anticipo dai giornaloni falsano del tutto la competizione. Questa ospitata, in una gara canora, peraltro richiesta da Zelensky stesso, mi fa perdere tutto l’interesse per la kermesse. Che un Festival della canzone italiana, con tutto il prestigio che ha avuto fino agli anni Ottanta, quando è arrivato il playback, diventi una passerella politica per la guerra, non è accettabile.“.