Si, stiamo parlando proprio di Yoox, quel sito con gli abiti più trendy e quelle scarpe favolose, quello che abbiamo cliccato decine di volte per comprare o, soltanto, per curiosare.
La società Yoox Net-a-Porter Group S.p.A., questo il nome per esteso, è stata ritenuta responsabile, da parte dell’ Antitrust, di una serie di pratiche scorrette su prezzi e gestione dei resi. La notizia, che arriva direttamente dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato (AGCM, ndr), è di quelle destinate a far scalpore, sia per la fama del gigante del fashion e-commerce, sia per la sanzione esemplare comminata.
L’Antitrust ha contestato a Yoox scorrettezza nella politica dei prezzi e scarsa trasparenza nella gestione dei recessi
All’azienda riconosciuti sessanta giorni di tempo per rispondere sulle iniziative contestate e “superare gli elementi di criticità evidenziati nel provvedimento sanzionatorio”. L’azione condotta sul colosso della moda online “si inquadra nell’attività di enforcement – scrive l’Authority – per per assicurare il corretto ed equilibrato sviluppo dell’e-commerce”.
Yoox, che offre nella propria vetrina abiti, calzature e accessori di moda, lusso e design, nel periodo tra il 2019 e il 2022, avrebbe condotto i propri affari con scarso rispetto delle regole nei confronti dei consumatori. L’Antitrust, infatti, avrebbe rilevato una serie di comportamenti scorretti legati ai prezzi, ritenuti ingannevoli, e ai limiti imposti al diritto di recesso.
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Blocco dei acquisti per troppi resi: Yoox doveva informare i consumatori
“In particolare, la società – spiega la nota dell’Antitrust – ha annullato unilateralmente gli ordini online già perfezionati dai consumatori in caso di superamento di determinate soglie di resi, omettendo contestualmente l’informativa sul blocco degli acquisti. Inoltre ha prospettato in modo ingannevole i prezzi di vendita dei prodotti e gli sconti effettivamente applicati”.
Cosa, in realtà, sarebbe successo è presto spiegato: secondo la politica interna di Yoox, a chi superava una certa soglia di resi – in un determinato periodo, si suppone – veniva impedito di compiere altri acquisti. Il che, in sé, sembra anche una comprensibile azione di autotutela. Peccato, però, che i consumatori non fossero al corrente di questa policy e, quindi, non potessero agire consapevolmente. Di fatto, pertanto, l’Authority contesta a Yoox di aver limitato il diritto di recesso unilateralmente perché l’azienda ha annullato gli ordini online già perfezionati – e quindi già pagati – dai consumatori, omettendo l’informativa sul blocco degli acquisti. Del resto è facile da capire il processo: se rendi troppi acquisti significa che non sai comprare, quindi ti impedisco di continuare ad acquistare, perché comunque sono obbligato ad accettare il reso.
Yoox, prezzi scontati uguali a quelli in “stagione”.
Ma anche in materia di prezzi e di sconti, il colosso della fashion e-commerce sembra essersi comportato in modo scorretto. L’Authority ha accusato Yoox di aver indotto i consumatori ad aderire alle proprie offerte online sulla base di prezzi e sconti ingannevoli.
Perché? Perché dopo continui cambi di prezzo per partecipare a questa o quella azione promozionale, risultava che il prezzo finale, scontato, di alcuni prodotti fosse lo stesso del prezzo pieno o, comunque molto simile al prezzo effettivamente praticato nel periodo precedente la promozione. Tutto questo fino al 1° febbraio 2022.
Yoox , sconti su prezzi “presunti”
Dopo quella data, spiega ancora l’Antitrust, il prezzo di riferimento, rispetto al quale venivano praticati gli sconti, non era il prezzo effettivamente applicato da Yoox, ma un importo rappresentativo del presunto prezzo di mercato applicato nei negozi delle case di moda. In questo modo si prospettavano condizioni di offerta (prezzo di riferimento e sconti) più vantaggiose rispetto a quelle in realtà mai praticate.
L’Autorità garante della Concorrenza e del mercato, l’Antitrust insomma, ha quindi tratto le somme e, per quanto riguarda la prima contestazione – il blocco degli acquisti superata una certa soglia di resi – ha convenuto che si tratta di un aspetto ancora privo di riferimenti normativi specifici, sia a livello nazionale sia a livello europeo.
Quindi ha intimato a Yoox di esporre una informativa precisa nel merito ed ha suggerito al legislatore di colmare la lacuna. Per quanto riguarda il secondo rilievo, Yoox ha provveduto a chiarire correttamente i propri prezzi. Ed avrà 60 giorni di tempo per argomentare nel dettaglio tutte le azioni intraprese.
Nel frattempo, dovrà però pagare la sanzione comminata: 5 milioni e 250 mila euro.