Alcaraz vince Wimbledon a 20 anni
Quando si dice che la classe non è acqua, ci si riferisce a qualcuno che spicca per avere una marcia in più della media senza atteggiarsi. E in tale contesto possiamo usare il detto popolare per riferirci a questo tennista spagnolo che di classe non ne ha poca. A proposito di c-Classe, il vincitore del torneo di Wimbledon è Classe 2003! Tutta una promessa del tennis che è già diventata realtà.
Di Carlos Alcaraz vi abbiamo parlato quando a marzo del 2023, a soli 19 anni, ha vinto il Masters 1000 in California, battendo in finale il russo Daniil Medvedev (che è stato battuto ancora dallo spagnolo in semifinale a Wimbledon). Aveva riconquistato il numero 1 del ranking ATP, che aveva perso dopo aver saltato gli Australia Open. Alcaraz è il tennista più giovane numero uno della storia ATP che ora si trova nell’olimpo dei migliori tennisti di tutte le specialità, dopo avere battuto il mostro sacro “Djokovic” in una finale davvero combattuta
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Novak Djokovic vs Carlos Alcaraz, 15 anni e 348 giorni di differenza
Novak Djokovic si è dovuto arrendere al talento di Carlos Alcaraz a Wimbledon, perdendo la finale che poteva portarlo al quinto titolo di fila sull’erba inglese e al 24° Slam. Il match è durato quasi cinque ore e ha portato i due avversari a lottare fino al 5° set. Alla fine, il gioco e la giovinezza di Alcaraz hanno avuto la meglio sul numero 22 del mondo. Del resto, quasi 16 anni di differenza non sono acqua. E lo spagnolo era un avversario difficile che durante la competizione aveva rivelato una forma strepitosa e delle qualità tecniche eccezionali. Di fatto, era il favorito per il titolo.
I complimenti di Djokovic e l’emozione che prende il sopravvento
Il serbo si è complimentato con l’avversario, dichiarando: “Non è un buon pomeriggio per me, devo cominciare con i complimenti a Carlos per la qualità quando ha servito per il match. Ne sei uscito con colpi vincenti per chiudere. Pensavo di poter avere problemi sulla terra e sul cemento, ma complimenti per come ti sei adattato. Incredibile cosa hai fatto al Queens nonostante la poca esperienza, complimenti“.
Poi, Djokovic ha commentato il confronto del giovane vincitore con i mostri del tennis: Nadal e Roger Federer, che hanno anche ostacolato qualche vittoria del serbo. A questo proposito, Novak ha affermato di essere certo che Alcaraz sia il migliore di tutti perché gi altri due avversari hanno pregi e difetti, mentre il giovanissimo è “completo”. Detto da lui, non sarà caduto in sacco rotto, immaginiamo.
Relativamente alla sua lunga carriera di successi, il serbo ha riconosciuto che in qualche occasione la sorte è stata a suo favore e ammette di accettare il “pareggio” di ieri: “Non è mai bello perdere partite come queste, quando le emozioni si saranno quietate sarò grato perché in passato ho vinto titoli lottati. Ricordo la finale del 2019, la dovevo perdere e potevo perdere anche altre. Ora vado in pari“.
Guardando verso le tribune, il serbo ha incrociato lo sguardo del figlio e della moglie, commuovendosi e lasciandosi andare alle lacrime: “Bello vedere mio figlio sorridente, vederlo ancora qui. Grazie di avermi sostenuto, sarà bello abbracciarci“.
Alcaraz, un astro nascente e fortunato
Quando diciamo che Carlos Alcaraz è fortunato, non ci riferiamo al fatto che la sorte lo abbia “graziato”, dato che sono state tecnica e grinta a catapultarlo verso la vittoria. Ci riferiamo piuttosto al senso concreto della “fortuna” tradotto in soldini; anzi, in soldoni; perché il gruzzoletto che lo spagnolo ha portato a casa dopo la vittoria a Londra vale 2,35 milioni di sterline.
Come riferiscono i cronisti di tennis, oggi Alcaraz è un numero 1 vero, compiuto, senza dubbio. Ha quasi mille punti di margine su Djokovic, tremila e rotti su Daniil Medvedev, numero 3. In una delle finali di Wimbledon più appassionanti degli ultimi anni, si sono intrecciati passato, presente e futuro.
Il passato si riferisce a Novak e ai suoi 23 Major. Il presente vede ancora il serbo ben attaccato alla vetta e deciso a proseguire la carriera sulla falsariga di ciò che è accaduto nella prima metà della stagione. Il futuro mette Alcaraz in primo piano. Carlitos, beninteso, è presente ed è capace di mettere un’impronta decisiva su tutti gli Slam a venire.
Tuttavia, il giovane di Murcia (Spagna) ha soltanto 20 anni. La storia dev’essere ancora scritta. Sarà o no l’erede di quei Big 3 che parevano non riproducibili, né a lungo, né a breve termine?.