Terremoto in Marocco
Nella notte di venerdì 8 di settembre la terra ha tremato ancora una volta. In questa occasione è toccato al Marocco, che ora fa i conti con le vittime e con le macerie. Si è trattato di un evento sismico di magnitudo 6.8 che ha colpito la regione di Marrakech, nella catena montuosa dell’Atlante, alle ore 23:11 locali dell’8 settembre (22:11 UTC, 00:11 in Italia). L’epicentro è stato localizzato a 16 chilometri dal villaggio Tata N’Yaaqoub, nel municipio di Ighil, 72 chilometri a sud-ovest di Marrakech. La scossa è durata circa 30 secondi ed è stata avvertita in tutto il Paese e anche in Spagna e Portogallo.
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Ingenti i danni provocati alle case e alle persone
Il terremoto ha causato ingenti danni e crolli, soprattutto nei piccoli paesi rurali vicini all’epicentro, dove le abitazioni sono costruite con materiali fragili e non antisismici. Sono andate avanti tutta la notte tra sabato 9 e domenica 10 settembre le operazioni di ricerca di eventuali sopravvissuti. Nelle scorse ore le autorità marocchine hanno diffuso un nuovo bilancio che parla al momento di 2.012 morti accertati. I feriti sono 2.059. Di questi, 1.400 versano in gravi condizioni, Il numero potrebbe aumentare. Migliaia di persone hanno passato la notte all’aperto.
Sono difficili i soccorsi nelle zone montuose: ad Amizmiz, vicino all’epicentro, non si sono ancora visti aiuti e gli abitanti sono impegnati in prima persona nelle ricerche tra le macerie.
Una testimone che si chiama Latifa ha raccontato che “nella vecchia medina (di Marrakech), la maggior parte delle case, la maggior parte dei negozi, quasi tutto è andato distrutto. La medina è qualcos’altro adesso“.
Il pregresso: nel 1960 ad Agadir 15.000 morti
Il terremoto in Marocco è stato il più forte registrato nella regione dal 1960, quando una scossa di magnitudo 7.3 provocò circa 15.000 morti nella città di Agadir. Si tratta di una zona ad alto rischio sismico, in quanto si trova vicino alla faglia che separa le placche tettoniche africana ed eurasiatica.
Stato di emergenza: l’Italia pronta ad intervenire
Il governo marocchino ha dichiarato lo stato di emergenza e ha inviato soccorsi e aiuti umanitari nelle aree colpite. Anche la comunità internazionale si è mobilitata per offrire assistenza e solidarietà al Marocco. Il presidente italiano Giorgia Meloni, che si trova al momento in India, ha espresso il suo cordoglio e la sua piena disponibilità a sostenere il Paese in questa emergenza.
Il Ministro Musumeci: “abbiamo già allertato la protezione civile”
Il ministro Musumeci ha dichiarato: “Abbiamo già allertato il sistema di protezione civile, la prassi prevede tre ipotesi: o che lo stato colpito ci faccia direttamente richiesta, o che lo faccia attraverso Bruxelles o che ritenga di avere sufficienti risorse umane e materiali per non richiedere soccorso. Siamo pronti se dovesse arrivare la richiesta, ad intervenire con i nostri uomini, i nostri tecnici e i nostri strumenti. Siamo davvero un popolo di grande sensibilità, ci commuoviamo di fronte tragedie del genere, sia che capitino in Italia o avvengano all’estero, ma spenti i riflettori dimentichiamo di vivere su una terra particolarmente vulnerabile ed invece serve prevenzione“.
Medici Senza Frontiere, in prima linea
Medici Senza Frontiere (Msf) è in contatto con le autorità locali per inviare un team d’emergenza. Le squadre di Msf, che attualmente non gestisce operazioni in Marocco, valuteranno le necessità della popolazione e un possibile intervento d’emergenza. La priorità è la ricerca delle persone sotto le macerie. Le vie di comunicazione e di approvvigionamento devono essere ripristinate per la distribuzione di forniture. In questo momento è necessario curare i feriti ed eseguire interventi medici d’emergenza, difficoltosi a causa delle condizioni provocate dal terremoto. Altre priorità potrebbero essere il ripristino dei servizi sanitari e la distribuzione di beni essenziali.
Il Marocco non lascia entrare i soccorsi che arrivano dall’estero
Secondo la ONG francese Secouristes sans frontieres “Il governo marocchino blocca tutte le squadre di soccorso tranne quella del Qatar… Non capiamo questa situazione di stallo“. Ma nel frattempo la Croce Rossa si sta attivando per aiutare il Paese. Secondo Hossam Elsharkawi, direttore regionale della Federazione internazionale della Croce Rossa per il Medio Oriente e il Nord Africa, la risposta al terremoto potrebbe richiedere “mesi, se non anni“.
500 italiani nella zona colpita; secondo la Farnesina non ci sono dispersi
Il ministro Antonio Tajani, collegato da Gaeta con il Tg4 ha dichiarato: “Abbiamo accertato attraverso la nostra ambasciata, il nostro consolato a Casablanca, il consolato a Marrakech, l’Unità di crisi e il ministero degli Esteri che gli italiani sono 500 (…) 200 erano quelli registrati, poi ce ne sono altri 180 non registrati e 200 che sono un gruppo di persone che facevano una riunione aziendale. Per quanto ne sappiamo, tutto procede nella giusta direzione nel senso che non ci sono italiani né feriti né morti“.
Il numero della Farnesina da contattare per le emergenze è +39 06 36225
Ryanair avverte che potrebbero esserci ritardi nei collegamenti
“Potrebbero verificarsi ritardi e cancellazioni da e per il Marocco sabato 9 e domenica 10 settembre, a causa del terremoto“. A riferirlo, Ryanair in una nota, invitando i passeggeri che viaggiano da e per il Marocco questo weekend a “controllare la loro app Ryanair per gli aggiornamenti sui voli prima di recarsi in aeroporto“.