Taglio dei bonus fiscali, un rebus della riforma
La riforma fiscale su cui sta lavorando il governo al momento, non potrà essere attuata come previsto inizialmente. La Premier Meloni ha detto che non ci sono le risorse. Per questo, si dovrà concentrare su una spesa massima di 22-24 miliardi di euro anziché i 30 che sembravano a disposizione per l’attuazione del progetto. Per questo motivo, ora il governo è alla caccia dei fondi che riescano ad apportare la giusta “quadra” per permettere all’esecutivo di attuare il piano. Ed è così che entrano in gioco i bonus fiscali, “troppi”, secondo i rappresentanti del governo. Ma vediamo quali categorie potranno essere interessate dai tagli e perché.
Per approfondire:
Fisco, ancora una riduzione del numero di aliquote
Iscriviti gratuitamente sul canale Telegram, cliccando qui
oppure su Whatsapp, cliccando qui per non perdere tutte le novità
La legge di bilancio 2024 e il taglio delle aliquote
La Legge di Bilancio 2024 mira a ridurre il carico fiscale su lavoratori e imprese, tramite il taglio delle aliquote di imposta esistenti. Il taglio riguarda principalmente l’IRPEF (per le persone fisiche) e l’IRES (per le aziende), le due principali imposte sui redditi in Italia.
Il taglio delle aliquote, da quattro a tre
Il taglio dell’IRPEF prevede la riduzione delle aliquote da quattro a tre, con l’applicazione dell’aliquota del 23% fino alla soglia di 28.000 euro di reddito. Il taglio dell’IRES prevede invece una riduzione del 3% per le imprese che investono in innovazione, ricerca e sviluppo.
Riduzione del cuneo fiscale (6-7%) per redditi sotto 35.000 euro
Inoltre, la legge di bilancio prevede il taglio del cuneo fiscale, consistente nella riduzione dei contributi previdenziali a carico dei dipendenti che non hanno una retribuzione annua superiore a 35.000 euro. In funzione della fascia di reddito, i lavoratori si ritroveranno il 6 o il 7% dei contributi in più in busta paga. L’obiettivo è quello di aumentare il potere d’acquisto dei lavoratori e incentivare la crescita economica.
Il costo per le finanze pubbliche
Tuttavia, il taglio comporta anche un costo per le finanze pubbliche, stimato in circa 14 miliardi di euro per il 2024. Per reperire le risorse necessarie, il Governo sta valutando la possibilità di ridurre o eliminare alcune delle quasi 600 agevolazioni fiscali esistenti, tra cui i crediti d’imposta e le detrazioni, che costano circa 128 miliardi di euro in tutto. Inoltre, si potrebbe introdurre un limite annuo alle spese detraibili per ciascun contribuente. Queste misure potrebbero avere degli effetti negativi su alcuni settori o categorie di contribuenti, che vedrebbero aumentare la loro pressione fiscale. Quali?
Il taglio dei bonus fiscali per 200.000 contribuenti
Il ministro Maurizio Leo, con delega al Fisco aveva già spiegato a marzo (quando è stata presentata l’ipotesi del taglio delle aliquote fiscali) che “Se si fa una revisione attenta si possono trovare là le risorse per calibrare meglio le aliquote. La “revisione attenta” non sarebbe altro che la sforbiciata delle detrazioni fiscali del 19% a carico di alcuni contribuenti. A subire questa “revisione attenta” sarebbero oltre 200 mila italiani, che dichiarano più di 100.000 euro e meno di 120.000 di redditi annuali. Perché?
Il taglio delle detrazioni del 19% per redditi da 100.000 a 120.000 euro
Attualmente, il meccanismo introdotto dalla manovra per il 2024 prevede una riduzione progressiva per le detrazioni del 19% regolate dall’articolo 15 del Tuir. Si tratta delle spese per i funerali, quelle scolastiche e sportive dei ragazzi, gli interessi passivi del mutuo relativo alla prima casa ed altre spese di famiglia. Il taglio inizia a assotigliarsi quando il reddito complessivo supera i 120 mila euro, fino ad azzerare totalmente i bonus per chi dichiara 240 mila euro o più. Se il governo decidesse di abbassare il tetto a 100 mila euro, la sforbiciata riguarderebbe tutti i contribuenti che dichiarano un reddito tra i 100 mila e i 120 mila euro, appunto 201.000 italiani.