E’ un dato sconcertante quello che è recentemente emerso da un sondaggio nel riminese: sempre più genitori fanno seguire i loro figli da un investigatore privato, per capire cosa faccia una volta che è uscito dalla porta di casa.
Sconcertante perché se si è costretti ad assumere un investigatore, questo significa solo una cosa: il dialogo è diventato impossibile.
Così le famiglie, preoccupate e divorate dall’ansia ogni qualvolta il figlio esce, hanno trovato un rimedio: assumere un investigatore. Tuttavia, si tratta di un servizio prestato solo se si tratta di minorenni, e previa deliberatoria da parte dei genitori.
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Il servizio offerto dalla società Abax
“Le richieste sono in crescita, specialmente dopo due anni di pandemia – ha spiegato la responsabile a Quotidiano.net, Francesca Frontaloni -. Questa attività può essere svolta solo nel caso di ragazzi o ragazze minorenni: i genitori firmano un mandato e ci autorizzano a svolgere determinati interventi di monitoraggio. Ad esempio: ci chiedono di capire se il figlio faccia uso di sostanze stupefacenti o addirittura se sia rimasto invischiato in un piccolo giro di spaccio. La droga è un problema, ma ce ne sono anche altri, come l’abuso di alcol oppure il vizio del gioco d’azzardo. Tanti adolescenti purtroppo ci cascano, anche perché le disponibilità economiche sono maggiori rispetto a un tempo. Altri genitori ci chiedono di fare delle verifiche sulle frequentazioni dei loro figli: molti finiscono inevitabilmente in compagnie poco raccomandabili”.
I problemi legati alla pandemia
Ad acuire le problematiche, indubbiamente ha contribuito anche la pandemia: “Pandemia e lockdown hanno acuito il fenomeno – spiega un altro dei responsabili dell’agenzia, Alessandro Giuliani – Accanto agli strumenti più tradizionali, come il classico pedinamento, svolgiamo anche una serie di interventi in ambito ’digital’, ad esempio scandagliando i social”.
“Alcuni genitori ci hanno chiesto persino di seguire i loro figli tutta la notte. In genere usano sempre la stessa scusa: resto a dormire da un amico. Poi magari salta fuori che i ragazzi trascorrono la notte in giro per locali. A volte tornano a casa anche uno o due giorni dopo. E’ normale che in questi casi subentri una certa preoccupazione. Essere genitori oggi è tutt’altro che semplice: nel rapporto con i figli possono nascere situazioni di conflittualità, di chiusura e di vera e propria ribellione, che rendono difficile il monitoraggio. Alla base di quello che facciamo c’è l’aspetto della prevenzione: a volte un monitoraggio attento permette di intervenire prima che sia troppo tardi”.