La rivoluzione dei trattori, rischio pomodori a 10 euro

By Ana Maria Perez

I trattori protestano in massa, rischio rincari pesanti

Questi giorni abbiamo visto le immagini dei trattori in fila, protestando. Si tratta della cosiddetta “rivoluzione dei trattori“, il nome dato alla protesta degli agricoltori che ha coinvolto diversi paesi europei, tra cui la Germania, la Francia, la Polonia, la Romania e l’Italia. Gli agricoltori si oppongono alle riforme ambientali e fiscali proposte dall’Unione Europea e dai governi nazionali, che avrebbero ridotto i sussidi e aumentato i costi di produzione. Manifestano da ormai un mese bloccando le strade con i loro trattori e chiedendo una revisione della politica agricola europea.

In questo post vi raccontiamo i motivi dell’insoddisfazione degli agricoltori, la manifestazione attesa per domani a Bruxelles e i rischi dell’aumento ingiustificato dei prezzi di pomodori e zucchine

trattori

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Il motivo del contendere

È iniziato tutto a dicembre in Germania, con la protesta degli agricoltori nei confronti dei tagli dai sussidi a loro destinati da parte del governo. Una protesta che si è allargata a macchia d’olio a mezza Europa (Francia, Romania, Belgio, Polonia e ora anche l’Italia). Al centro delle contestazioni ci sono le disposizioni della Politica agricola comunitaria (Pac) e le limitazioni previste dal Green Deal, ritenute lesive nei confronti dei produttori europei.Ad esempio, contestatissima è la proposta di sospendere le coltivazioni per lasciare riposare il terreno.

Le proteste in Francia

Alcune delle preoccupazioni dei manifestanti francesi sono condivise dai produttori del resto dell’UE, come l’aumento del costo del gasolio agricolo, i ritardi nel pagamento dei sussidi UE, la concorrenza delle importazioni più economiche e le norme ambientali. Altre, hanno carattere nazionale, come lau,ento della burocrazia

Le proteste in Germania

Le proteste si sono diffuse inizialmente con carattere principalmente nazionale: gli agricoltori lamentavano la graduale eliminazione delle agevolazioni fiscali sul gasolio agricolo nel tentativo di pareggiare il bilancio 2024. Secondo loro, tale mossa potrebbe portarli alla bancarotta.

Il resto d’Europa

Per alcuni Paesi europei, le proteste non sono nuove: nei Paesi Bassi le proteste piovono da quando nel 2019 il governo ha chiesto di dimezzare la produzione di bestiame per ridurre le emissioni di ossido di azoto. A Bruxelles gli agricoltori spesso lanciano latte contro i muri o bloccano le strade con il bestiame. Anche in Romania, Polonia e Ungheria gli agricoltori hanno dato il via a proteste, spaventati dalle importazioni a basso costo provenienti dall’Ucraina.

manifestazione dei cra a foggia

Le proteste con atti di violenza

A differenza di quanto sta accadendo in altri paesi europei, in Italia le dimostrazioni stando assumendo dei contorni ‘anomali’ e poco democratici. Di fatto, come accade spesso nelle manifestazioni numerose, ci sono anche in questo caso svariati movimenti autonomi, sorti spontaneamente in diversi punti del Paese che mancano di coordinamento e si sommano alle proteste in maniera aggressiva. In particolare, lamentano la mancanza del presidio di Coldiretti, solitamente in prima fila quando si tratta di proteste agricole.

A Viterbo, dove ieri una cinquantina di trattori hanno sfilato e bloccato il centro città, sarebbero state addirittura bruciate delle bandiere Coldiretti per il mancato supporto alle proteste in atto. Sulla questione si è espresso il ministro dell’Agricoltura Lollobrigida, che pur rispettando “ogni manifestazione democratica” considera “sbagliato e ingiustificato ogni atto di violenza, compreso bruciare le bandiere delle associazioni agricole come accaduto a Viterbo”.

Francesco Lollobrigida 2022
Francesco Lollobrigida

Il vertice straordinario dell’UE per affrontare la questione

È atteso per domani, 1° febbraio, a Bruxelles un vertice straordinario dei leader dell’Unione europea. Dov’è previsto anche un presidio Coldiretti. Come annunciato sul loro sito:

Gli agricoltori della Coldiretti scendono in piazza a Bruxelles contro le follie dell’Unione Europea che minacciano l’agricoltura italiana, in occasione del Vertice europeo straordinario sul bilancio dell’Ue, al quale partecipa anche il premier Giorgia Meloni, dove la Commissione europea presenterà la proposta per la deroga alle norme Ue sull’obbligo di mantenere i terreni incolti previsto dalla Politica agricola comune (Pac)”.

La manifestazione a Bruxelles

Il nome scelto per la manifestazione è ‘Non è l’Europa che vogliamo’. A fare da supporto al presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, alle ore 9:00, in Place du Luxembourg, di fronte al Parlamento europeo, ci saranno oltre un migliaio di contadini e allevatori provenienti da tutta Italia per sostenere la proposta e denunciare, con eclatanti azioni dimostrative, gli effetti delle politiche europee che mettono in pericolo la sopravvivenza delle campagne.

Ettore Prandini Foto
Ettore Prandini

La protesta di Coldiretti

Coldiretti lamenta che le decisioni dell’Unione Europea costringano i distributori ad acquistare dall’estero. “Bene la proposta di deroga, che avevamo già ottenuto per la crisi Ucraina, e ora è necessario sia cancellato definitivamente l’obbligo di lasciare incolto il 4% dei terreni destinati a seminativi imposto dalla Politica agricola comune (Pac). È, come diciamo da anni, una scelta sbagliata, una delle eredità della folle era Timmermans con il quale ci siamo confrontati molto duramente, unici in Europa, aprendo una breccia (…) Non ha senso impedire agli agricoltori di non coltivare quote dei loro terreni, quando poi si è costretti ad importare. Per questo non saremo a Verona per Fieragricola, avendo già i primi incontri domani a Bruxelles

Serve una decisa svolta nelle politiche Europee per valorizzare le proprie terre fertili e fermare le importazioni sleali per fare in modo che tutti i prodotti che entrano nell’Unione rispettino gli stessi standard dal punto di vista ambientale, sanitario e del rispetto delle norme sul lavoro previsti nel mercato interno. La nostra battaglia in Europa continuerà in maniera forte e continuativa con proposte per il futuro degli agricoltori“.

Chissà se domani le richieste degli agricoltori saranno ascoltate!

I rincari di frutta e verdura

Il rincaro dei prezzi di frutta e verdura è uno degli effetti della rivoluzione dei trattori. Una delle conseguenza delle proteste degli agricoltori, che hanno bloccato le strade e ridotto la produzione, è che l’offerta di prodotti freschi è diminuita, mentre la domanda è rimasta elevata. Questo porta inevitabilmente a un aumento dei prezzi al consumo, che colpisce soprattutto le famiglie più povere. E gli effetti si vedranno molto di più a lungo termine, perché i centri di distribuzione capillari acquistano in anticipo.

Secondo una stima del Codacons, le famiglie potrebbero arrivare a spendere fino a 231 euro in più nel corso del 2024 solo per prodotti freschi. Il rincaro dei prezzi di frutta e verdura avrà anche ripercussioni sulla salute, in quanto disincentiva il consumo di alimenti sani e favorisce quello di prodotti industriali e trasformati. Alcuni esperti hanno chiesto al governo e all’Unione Europea di intervenire per sostenere il settore agricolo e garantire la sicurezza alimentare dei cittadini.

La soluzione per non pagare 10 euro per 1 kg di pomodori è quella che vogliono evitare a tutti i costi gli agricoltori: le importazioni dall’estero. Speriamole parti riescano a trovare un compromesso, per il bene di tutti.

drolessano

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