Il ruolo di Lara Comi nello scandalo di corruzione europeo
Com’era prevedibile, la telenovela “Qatargate” continua a creare scompiglio. I nomi degli indagati aumentano, e le responsabilità sembrano non avere fine. Troppo denaro. Troppo facile da ottenere. E tanta resilienza. Questa volta è il turno dell’ex europarlamentare di FI Lara Comi, già arrestata per l’indagine sulla mensa dei poveri. Nelle ultime ore, è stato reso noto il contenuto di un interrogatorio a Panzeri svoltosi in data 3 febbraio del 2023. L’ex parlamentare racconta alcuni meccanismi del sistema di corruzione adottato per difendere gli interessi del Qatar in cambio di mazzette. Tante. Stanti le parole dell’indagato, Lara Comi avrebbe accettato €250.000 in un incontro a Doha nella primavera del 2019. All’incontro avrebbero partecipato Panzeri, Cozzolino, Giorgi, Comi e la Kaili, anche loro destinatari dell’ingente somma.
I tanti denari, migliaia di euro cestinati come carta straccia
Secondo le dichiarazioni del principale imputato, Antonio Panzeri, Giorgi ha assunto il ruolo di assistente di Cozzolino e ha ricevuto a casa sua i denari promessi: un milione e 250 mila euro in contanti da spartirsi tra i cinque. Il collaboratore di Giustizia racconta di un’altra circostanza che avrebbe delle pesanti ricadute sull’ex europarlamentare Lara Comi. Secondo Panzeri, la donna lo avrebbe contattato per chiedergli di custodire una borsa che si trovava nel suo appartamento a Bruxelles. Panzeri racconta che la borsa conteneva abbigliamento e libri che nascondevano tante mazzette di banconote. Secondo lui, l’importo si aggirava intorno ai €70.000,00. Non volendosi accollare la responsabilità, l’ex europarlamentare avrebbe gettato i soldi nelle immondizie. Alla faccia delle “mense dei poveri”.
Le responsabilità e le scelte
Da quando si è reso noto lo scandalo del Qatargate, sono tanti i colpi di scena che si susseguono. Tanti indagati e tanti interessi in gioco. In primis, è stata colpita duramente un’istituzione europea (Parlamento) che dovrebbe essere imparziale e garantire gli stesi diritti per tutti. In carcere sono finiti molti nomi noti: Kailī, Panzeri, Giorgi, Figà-Talamanca, Cozzolino, Tarabella. Giorgi è stato scarcerato ieri e ora potrà scontare la pena ai domiciliari con il braccialetto elettronico. Panzeri ha patteggiato una condanna a 5 anni (di cui uno in carcere) che prevede la sua collaborazione per identificare tutti i nominativi delle persone che ha corrotto. Alcuni tremano, mentre altri rimangono sconcertati. In un paese dove gli stipendi medi toccano i €1.100,00 al mese, com’è possibile che un parlamentare che guadagna almeno 6 volte tanto “venda” la sua anima al diavolo per denaro? Ancora di più?
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