PM condannato a 6 mesi di carcere, chi è?
Ultimamente vi abbiamo parlato della gip di Latina arrestata per corruzione. E della richiesta di riapertura del processo per la Strage di Erba. In entrambi i casi si parlava di responsabili della Giustizia (casi sicuramente isolati ma reali) che avrebbero abusato del loro ruolo. O quanto meno lo avrebbero fatto presuntamente. A spese di quanti cittadini? Non si sa. Oggi vi raccontiamo quello che sta accadendo in Puglia con un Procuratore condannato con sentenza definitiva.
Il PM Michele Ruggiero è stato condannato a gennaio del 2023 in Cassazione con sentenza definitiva a sei mesi di reclusione per violenza privata ai danni di alcuni testi. Ciononostante, Michele Ruggiero, il PM condannato, è ancora al lavoro e si occupa degli stessi reati per i quali è stato condannato. Senza che il CSM (Consiglio Superiore della Magistratura) sembri rendersene conto. Inoltre, come se non bastasse, Ruggiero è anche stato rinviato a giudizio in altre due occasioni per violenza privata e falso in atto pubblico. Avrebbe falsificato i verbali di alcuni testimoni in un caso, e falsificato i verbali e minacciato altri testimoni in un altro.
Le indagini di Michele Ruggiero dopo essere stato condannato in Appello
In aprile del 2022, il sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Bari coordinò delle indagini su appalti pilotati che avrebbero portato dei voti al Comune di Polignano. Furono arrestate 5 persone, tra cui il sindaco Domenico Vitto, presidente dell’Anci Puglia. Lui negò ogni addebito, ma finì in carcere e lasciò il suo incarico per non danneggiare il suo partito durante le elezioni. Dopo un anno di indagini, la Procura ha ritirato la parola. La posizione di Vitto è stata archiviata per non avere commesso il fatto.
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Sarebbero note tante battaglie perse dal Procuratore Michele Ruggiero, e tante inchieste finite in un nonnulla. Chiaramente a spese del contribuente. Oltre al risarcimento che deve essere corrisposto ogni tanto a qualche malcapitato che fa causa allo Stato per malagiustizia e che, secondo l’associazione Errori Giudiziari, nel 2021 ha cagionato alle casse dello Stanno un danno erariale pari a €26.966.190,00.
Quando la Giustizia (e le sue spese) spaventa
Lo Stato d’animo di un indagato innocente
Un indagato in un processo penale non può difendersi da solo: deve nominare un avvocato; se non ha uno di fiducia, lo Stato gli propone uno d’ufficio. Tutti a pagamento, intesi. L’avvocato d’ufficio non lo paga lo Stato, sia chiaro: lo paga l’indagato, anche quando nella maggior parte dei casi la posizione sarà archiviata.
Quanti sono gli indagati per “atto dovuto”? Quanti sono gli indagati che non sapranno mai nemmeno per quale motivo sono finiti in un procedimento penale? Costantemente si legge sulle cronache il coinvolgimento di X persone in una indagine a grande impatto mediatico, che poi vedrà l’elenco assottigliato di nomi al momento della chiusura delle indagini. E di questi, quanti saranno considerati colpevoli? E quanti innocenti? quante saranno le “bolle di sapone”?
Chi va a finire in un’indagine penale, pur essendo straneo ai fatti, non solo deve affrontare notti insonni, paure, frustrazioni, sensi di colpa o d’inadeguatezza; deve subire un notevole impoverimento del proprio patrimonio. L’indagato è sottoposto ad una vera e propria condanna prima ancora di essere rinviato a processo: non è poi tanto vero che fino alla sentenza definitiva un imputato è innocente. Lo è solo tecnicamente, dato che l’opinione pubblica lo condanna nello stesso minuto in cui la notizia diventa mediatica. E quando sarà ritenuto innocente anche dalla Giustizia oramai si sarà esaurito l’interesse della vox populi, sopraffatto da altre notizie, da altre indagini, da altri malcapitati, da altri “pagatori”.
Le spese a carico dell’imputato assolto
Denominatore comune per tutti gli indagati e imputati: SI PAGA, e non ci si riferisce alla condanna, no. SI PAGA con denaro, money, dinero, geld, raha, argent….. quella materia che i veri colpevoli hanno spesso a volontà e gli innocenti (imputati assolti e indagati archiviati) faticano a “gestire” quando la parcella dell’avvocato equivale alle ferie andate, al corso annuale di musica o ginnastica dei bambini, al festeggiamento dei 25 anni di matrimonio ecc.
E lui o lei? Avrà venduto la casa per pagare l’avvocato? Avrà chiesto prestiti a tassi folli? Avrà ceduto il 5° dello stipendio ad una società di crediti? E quando il caso sarà stato stato archiviato, pagherà l’avvocato d’ufficio anche se ritiene “nullo” il suo operato? Anche se non lo ha mai incontrato e mai sentito?
A mio modesto parere le spese per gli psicofarmaci, per gli psicologi, per gli psicoterapeuti di coppia, per gli avvocati d’ufficio e per i penalisti dovrebbero essere sommate ai €10.193.221.948 di fondi di dotazione alla Giustizia pagati dai contribuenti. Solo così si avrebbe una fotografia di quanto costa la Giustizia alla popolazione, anche se non del suo valore.