Pedro Sànchez comunica la decisione finale sul suo incarico da Primo Ministro spagnolo: che cosa è successo?
La signora Begona Gomez, consorte del primo ministro spagnolo Pedro Sánchez, che è anche figura di spicco nel partito socialista, è stata recentemente coinvolta in un’indagine preliminare per presunti casi di traffico di influenze illecite e corruzione, avviata dal tribunale di Madrid. La denuncia è stata avanzata dall’organizzazione di estrema destra Manos Limpias. Secondo quanto riportato al tribunale, Gomez, nonostante non abbia mai ricoperto cariche pubbliche, avrebbe intrattenuto rapporti con società private che successivamente hanno ottenuto finanziamenti governativi e contratti pubblici.
Di fronte all’inchiesta, il primo ministro Sánchez non ha rassegnato le dimissioni ma ha temporaneamente sospeso i suoi impegni, rimandando la decisione su come procedere al lunedì successivo, 29 aprile. Giunto il fatidico giorno, Sánchez ha comunicato al re Felipe VI e al Parlamento la sua intenzione di rimanere in carica, confermando così la sua leadership nel governo spagnolo. Tale decisione è stata altresì resa nota tramite un messaggio sui social media, soprattutto attraverso il profilo X.
Il messaggio di Pedro Sànchez e le reazioni politiche al caso
Pedro Sánchez ha dichiarato di voler perseverare non solo per difendere se stesso e il suo governo, ma anche per sostenere l’idea di una società migliore. Sanchez ha sottolineato che la sua decisione non riguarda solo il destino di un singolo leader, ma la direzione del paese nel suo complesso. Ha esortato alla riflessione sulla natura della politica e ha respinto il tentativo delle destre di contaminare la vita politica con accuse infondate.
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Nel suo messaggio, Pedro Sànchez ha anche espresso il suo amore e la sua solidarietà verso sua moglie, evidenziando il dolore che provano entrambi per le accuse ingiuste. Ha promesso di combattere contro la campagna diffamatoria, concentrandosi sul supporto alle vittime anziché sugli aggressori. Il premier ha riconosciuto il sostegno ricevuto da parte del suo partito e dei manifestanti, ringraziandoli per la solidarietà dimostrata. Vediamo nel dettaglio le reazioni politiche.
Alberto Núñez Feijóo, presidente del Partito popolare spagnolo all’opposizione e nella destra, ha criticato duramente Sanchez, accusandolo di cercare di scaricare le responsabilità sui partiti politici e di polarizzare ulteriormente la politica spagnola. Ha descritto la situazione come una negligenza senza precedenti e ha sottolineato che il governo spagnolo è già oggetto di attenzione internazionale a causa del problema giudiziario. Il partito di estrema destra Vox ha commentato che Sanchez sta cercando di vittimizzarsi per coprire la presunta corruzione del suo governo e ha criticato la sua gestione politica.
Carles Puigdemont, ex presidente della Catalogna e leader indipendentista, ha suggerito a Sanchez di affrontare la situazione con una questione di fiducia per chiarire i dubbi sollevati dalle accuse contro sua moglie. Ha dichiarato che è importante rimanere saldi contro le crisi politiche a Madrid e ha sottolineato che il futuro politico della Catalogna è in gioco.
Intanto in Scozia, si dimette il premier Humza Yousaf
Dal palcoscenico politico della Spagna alle torbide acque della Scozia, accanto alla conferma dell’incarico di Pedro Sánchez, ci sono le dimissioni appena annunciate a Edimburgo di Humza Yousaf.
Oltre a essere stato il primo ministro della Scozia, Yousaf è anche il leader del partito indipendentista Snp. La sua nomina risale a soli tredici mesi fa, e le dimissioni giungono dopo una settimana turbolenta in cui gli esponenti d’opposizione del partito conservatore e i laburisti hanno presentato due mozioni di sfiducia.
A complicare ulteriormente la permanenza in carica di Yousaf vi è la fine dell’alleanza tra SNP e i Verdi Scozzesi. L’SNP, un pilastro fondamentale per la tenuta del governo, è attualmente al centro di uno scandalo legato ai finanziamenti delle campagne elettorali. Inoltre, all’interno del partito, emergono divisioni significative riguardanti i diritti dei transgender, evidenziando un’ampia frattura su questioni cruciali dei diritti civili, con una parte estremista che si scontra con l’ala moderata.
A minare ulteriormente l’incarico di Yousaf come primo ministro è stata la sua rinuncia all’obiettivo di ridurre le emissioni di carbonio del 75% entro il 2030, una mossa che ha contrariato i Verdi, con cui aveva precedentemente siglato un accordo di coalizione. (View)