Grande attesa ieri per l’intervista a Papa Francesco di Fabio Fazio, a Che Tempo che Fa.
Ieri il Pontefice, in collegamento da Casa Santa Marta, ha parlato delle guerre, della questione migranti, ma anche della aggressività sociale e del rapporto genitori-figli.
“Grazie di questo incontro, mi piace tanto. Vedo tanta gente che sopporta cose brutte, quotidiane, che nella propria debolezza sopporta difficoltà familiari, economiche, chi non arriva a fine mese. Io non sopporto tanto, sopporto come tutta la gente. E non sono solo, c’è tanta gente che mi aiuta, tutta la Chiesa, gli impiegati accanto a me. Ho uomini e donne brave che mi aiutano, non sono un campione di peso che sopporta le cose, sopporto come quasi tutta la gente sopporta
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E poi parla delle guerre: “Con un solo anno senza fare armi, si potrebbe dare da mangiare ed educazione a tutto il mondo, gratuitamente. Ma si pensa alle guerre, non alle persone. Le guerre producono quello che lei ha detto: bambini che muoiono al freddo, ma sono secondi attori. La prima cosa è la guerra, vediamo come si mobilitano le economie e cosa è più importante oggi: guerra ideologica, di potere, commerciale. La guerra è sempre distruzione. Portare avanti una famiglia, lavorare una terra, è costruire. Fare una guerra è distruggere, è una meccanica distruttiva“.
Papa Francesco si sofferma poi su uno dei più grandi mali del nostro tempo, quello dell‘aggressività sociale, soffermandosi sul tema del suicidio: “Penso ai suicidi giovanili e a quanto sia cresciuto quel numero. C’è un’aggressività che scoppia, pensiamo al bullismo: è aggressività nascosta, è un problema sociale, questa aggressività distruttiva va educata. Tutto inizia dal chiacchiericcio, che distrugge l’identità invito a essere coraggiosi: chiacchierare degli altri distrugge, bisogna andare a parlare direttamente. Così cominciano le divisioni”.
Sul rapporto genitori-figli, la parola d’ordine è vicinanza: “Chiedo sempre ai genitori se giocano con i propri figli, a volte sento risposte dolorose. Non bisogna spaventarsi dei figli, di ciò che dicono, di qualche scivolata di quando sono adolescenti: la vicinanza è fondamentale, i genitori che non sono vicini ai figli gli fanno del male, devono essere complici. La complicità genitoriale fa sì che crescano insieme, padri e figli”.