Il Consiglio dei Ministri ha approvato ieri un pacchetto di misure per contrastare l’immigrazione irregolare. Tra le principali novità, vi è la stretta sull’attività delle ONG che operano nel Mediterraneo, con l’obiettivo di prevenire il soccorso ai migranti in difficoltà in mare.
Pacchetto immigrazione approvato: stretta su ONG e riforma sistema protezione richiedenti asilo
Le nuove disposizioni prevedono il divieto per le organizzazioni non governative di avvicinarsi a meno di 12 miglia nautiche dalle coste libiche, pena l’applicazione di sanzioni pecuniarie e il sequestro delle navi. Inoltre, sarà vietato l’ingresso nelle acque territoriali italiane a qualsiasi imbarcazione che abbia fornito assistenza ai migranti senza autorizzazione.
Il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, ha sottolineato che queste misure sono necessarie per garantire la sicurezza e l’ordine pubblico, nonché per proteggere la vita umana in mare. Tuttavia, le ONG hanno espresso forti preoccupazioni per queste restrizioni, sostenendo che metteranno a rischio la vita dei migranti che cercano di attraversare il Mediterraneo in cerca di protezione.
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Inoltre, il pacchetto di misure prevede anche l’istituzione di una task force per il rimpatrio dei migranti irregolari, composta da rappresentanti dei ministeri dell’Interno, degli Affari Esteri e dello Sviluppo Economico. Questa unità avrà il compito di coordinare le azioni di rimpatrio e di monitorare il rispetto dei diritti umani durante le operazioni.
Un altro aspetto importante del pacchetto è la riforma del sistema di protezione per i richiedenti asilo. Le nuove disposizioni prevedono l’aumento delle risorse destinate all’accoglienza e all’integrazione dei rifugiati, ma anche il potenziamento dei centri di identificazione ed espulsione per i migranti irregolari.
Inoltre, il governo ha annunciato l’intenzione di siglare accordi di collaborazione con i paesi di origine e di transito dei migranti, al fine di favorire il rimpatrio volontario e l’integrazione nei loro Paesi di origine.
Nonostante queste misure siano state presentate come necessarie per gestire l’immigrazione in modo più efficace, molti osservatori le considerano troppo restrittive e potenzialmente in contrasto con il diritto internazionale. In particolare, il divieto per le ONG di prestare soccorso in mare ha sollevato preoccupazioni su la violazione dell’obbligo di proteggere la vita umana e di non respingere coloro che cercano protezione. Inoltre, alcuni critici sostengono che queste misure non risolveranno il problema alla radice, poiché non affrontano le cause profonde dell’immigrazione, come la povertà, la violenza e le persecuzioni nei Paesi di origine.
Inoltre, il divieto per le ONG di operare nelle acque libiche potrebbe avere un impatto negativo sulla situazione dei migranti in Libia, dove sono esposti a gravi violazioni dei diritti umani, come la tortura, lo sfruttamento sessuale e il lavoro forzato. Alcuni osservatori temono che queste restrizioni possano rendere ancora più difficile il soccorso ai migranti in difficoltà e aumentare il rischio di morte in mare.
Il potenziamento dei centri di identificazione ed espulsione ha sollevato preoccupazioni sulla possibile violazione dei diritti dei migranti, in particolare dei minori non accompagnati. Il diritto all’asilo e alla protezione internazionale dovrebbero essere garantiti a tutti i richiedenti asilo, indipendentemente dalla loro età o dalla loro nazionalità.
Conclusione
In conclusione, il pacchetto di misure approvato dal Consiglio dei Ministri mira a contrastare l’immigrazione irregolare attraverso una serie di restrizioni all’attività delle ONG e un rafforzamento del sistema di protezione per i richiedenti asilo. Tuttavia, queste misure sollevano preoccupazioni sulla violazione dei diritti umani e sulla possibilità di aumentare il rischio di morte in mare per i migranti. Sarà importante monitorare l’impatto di queste misure e assicurare che vengano rispettati i diritti umani e il diritto internazionale.