Mentre in Florida si fa il conto dei danni lasciati da Milton, l’attenzione del meteo si sposta su Kirk. La tempesta che continua a minacciare l’Italia nonostante non sia più la sua traiettoria più diretta. Milano, intanto, si sveglia sotto una pioggia torrenziale che spinge Lambro e Seveso al limite, fino all’esondazione.
Milton sulla Florida dopo Helene
L‘uragano Milton, ripreso dallo spazio, ha spinto un reporter al limite del terrore durante le riprese e commosso un giornalista in diretta. Inizialmente di categoria 5, Milton ha tratto forza dalle acque calde del Golfo del Messico, ma dopo aver raggiunto la categoria 3, si è indebolito rapidamente a categoria 2. Nonostante il calo, i meteorologi continuano a monitorarlo per la sua pericolosità.
Questa mattina, la tempesta tropicale ha causato danni devastanti in Florida e in altre aree degli Stati Uniti. Colpendo vicino a Siesta Key, ha provocato inondazioni e mareggiate pericolose, con oltre due milioni di persone senza elettricità. Le contee di Tampa, St. Petersburg, Sarasota e Fort Myers sono state tra le più colpite, con oltre 125 abitazioni distrutte. Il National Weather Service ha segnalato venti fino a 105 mph e precipitazioni di 17 pollici in alcune aree. Wikipedia descrive Milton come una delle tempeste più potenti del 2024, essendo stato il quinto uragano atlantico più intenso mai registrato, dopo un’esplosiva intensificazione nel Golfo del Messico.
Iscriviti gratuitamente sul canale Telegram, cliccando qui
oppure su Whatsapp, cliccando qui per non perdere tutte le novità
Il confronto con Helene che ha causato anche una grave emergenza sanitaria
L’uragano Helene è la tempesta precedente a Milton (cronologia avvisi,) anche qui parliamo di un ciclone tropicale che ha colpito il sud-est degli Stati Uniti a fine settembre 2024. Viene definito come l’uragano più potente ad impattare la regione di Big Bend in Florida, con venti fino a 220 km/h , causando inondazioni e tornado. Formatosi il 22 settembre nel Mar dei Caraibi occidentali, si è rapidamente intensificato attraversando il Golfo del Messico, toccando terra il 26 settembre. Ha causato oltre 213 vittime, con stati di emergenza dichiarati in Florida e Georgia. La tempesta si è infine dissipata il 29 settembre, dopo essere diventata un ciclone post-tropicale.
Helene è riuscita a distruggere un nucleo familiare composto da 11 persone e ha creato una vera emergenza sanitaria perché acqua e fango erano contaminati da batteri, con il vento che trasportava polvere e detriti. È Jesse Craig, della Carolina del Nord, ad aver perso 11 familiari, tra cui madre, padre e zii, a causa delle inondazioni e delle frane provocate dalla tempesta. Fairview, la sua città natale, è stata devastata dalle piogge torrenziali, causando morte e distruzione in sei stati. Le autorità sanitarie hanno avvertito della presenza di batteri nelle acque alluvionali, soprattutto dopo che Milton, l’uragano successivo, ha peggiorato la situazione con ulteriori piogge e danni.
Milano sotto una bomba d’acqua, i danni della coda di Kirk
Kirk, l’ultimo uragano atlantico che ha destato preoccupazioni tra meteorologi e protezione civile, ha raggiunto l’Europa. Stamattina Milano si è svegliata sotto una pioggia incessante, con il rischio di allagamenti dovuti alle possibili esondazioni dei fiumi.
L’uragano europeo, parallelo a Milton, pur allontanatosi dall’Italia, ha lasciato dietro di sé una scia di instabilità atmosferica che potrebbe aver contribuito alle piogge intense degli ultimi giorni. Stamattina, La Stampa ha riportato che Kirk, ora declassato a ciclone post-tropicale, correva con venti che hanno raggiunto i 230 km/h. La sua traiettoria lo sta portando verso altre coste europee (Balcani e Nord), ma perderà parte della sua potenza una volta a contatto con le acque più fredde. Nonostante ciò, resterà in grado di causare danni localizzati nelle regioni che colpirà.
Per l’Italia, il rischio è contenuto, con solo la “coda” della perturbazione in grado di lambire le regioni settentrionali, traducendosi in temporali e rovesci, ma senza devastazioni maggiori.
L’immagine di copertina: da Wikimedia, libero dominio