Per la prima volta, Micaela Ramazzotti dell’amore per suo marito, il regista Paolo Virzì, e lo fa con una intervista al settimanale Oggi.
L’attrice è sempre stata piuttosto riservata, e poco si sa della sua vita privata. Paolo e Micaela stanno insieme da oltre 16 anni: “Paolo è un uomo meraviglioso, un grande padre per i nostri due figli. È la fortuna della mia vita. Paolo è figlio di un carabiniere ed è rimasto orfano presto, ha un forte senso di responsabilità verso la famiglia. Accanto a lui mi sento una donna amata“.
Il primo provino
Micaela ripercorre poi gli inizi della loro storia: si conobbero durante i provino del film Tutta la vita davanti :”Non volevo andarci. Arrivai con enormi occhiali neri perché avevo pianto e lui se ne accorse. Mi dicevo: “Ma figurati se Virzì mi prende: ha scelto donne come la Bellucci e la Ferilli, bellissime, con davanzali rinascimentali, che ci vado a fare? Manco mi vedrà”. Invece arrivai, mi fecero il provino e poi di avvicinò lui e mi diede in mano il copione: “Sonia sei tu”, disse. Mi venne un colpo, nessuno mi aveva scelto così, sulla fiducia”.
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L’adolescenza
Da ragazzina Micaela abitava in periferia, e confessa, era molto timida e impacciata: “Avevo paura del giudizio degli altri. Sono stata una ragazzina molto solitaria, timidissima, e poi un’adolescente imprevedibile. Abitavo in periferia, all’Axa, prendevo tre autobus per andare a scuola a Roma, era un’avventura bellissima quel viaggio e quando arrivavo ero così esaltata di essere in città che spesso non entravo a scuola. Mi vergogno a dirlo, ma ho studiato male e me ne rammarico”.
Effetto Sliding Doors
Avete presente quel film con Gwyneth Paltrow in cui vi sono due linee temporali che mostrano una cosa sarebbe successo se lei avesse preso il treno, e un’altra se lei lo avesse perso?
Ecco: curiosi di sapere cosa sarebbe successo se Micaela non fosse diventata attrice? Avrebbe fatto la psicologa.
“Girare un film tutto mio mi ha aiutata a uscire da una bolla di paura e timidezza, mi ha fatto stare bene”.
“Da bambina volevo fare la psicologa, chissà che un giorno non mi prenda del tempo per laurearmi davvero. Intanto vado in terapia. È un viaggio interiore, una scoperta di sé che auguro a tutti”.