Melito, in carcere il sindaco Luciano Mottola
Questa mattina di martedì 18 aprile si sono aperte le porte del carcere per Luciano Mottola, sindaco di Melito (35.746 abitanti), Comune dell’area metropolitana nord di Napoli. Insieme a lui sono stati arrestati il presidente del consiglio comunale Rocco Marrone, altri due consiglieri comunali e il coordinatore per Melito dell’azienda incaricata del servizio di igiene urbana, padre di un consigliere comunale già candidato sindaco alle elezioni dell’ottobre 2021. Sono state arrestate altre 13 persone. In totale, il gip del Tribunale di Napoli ha disposto 18 misure di custodia cautelare, di cui 16 in carcere e 2 ai domiciliari, in seguito ad un’indagine della Dia (direzione investigativa Antimafia)
Le accuse di scambio elettorale politico mafioso, corruzione e altri reati
Le persone arrestate risultano gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di scambio elettorale politico mafioso, attentati ai diritti politici del cittadino, associazione di tipo mafioso, corruzione, concorso esterno in associazione mafiosa, tentata estorsione. Le indagini hanno fatto emergere i gravi indizi sull’esistenza di un accordo già per il primo turno di votazioni, svoltosi il 3 e 4 ottobre 2021, tra alcuni esponenti del clan Amato Pagano e alcuni rappresentanti della coalizione a sostegno del candidato sindaco Nunzio Marrone, non indagato.
Il clan Amato Pagano è il soprannome degli Scissionisti di Secondigliano, un gruppo camorristico che opera nel territorio napoletano e che si dedica fondamentalmente al traffico internazionale di sostanze stupefacenti. In ambito locale si conoscono anche come “gli spagnoli” perché operano anche nel Paese Iberico, con una forte presenza soprattutto a Barcellona e nella Costa del Sol.
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L’inchiesta è stata svolta dalla DIA e coordinata dalla DDA (Direzione Distrettuale Antimafia) in seguito alle notizie che avrebbe ricevuto in merito alla possibilità che la criminalità organizzata si fosse inserita nelle elezioni del Sindaco e del Consiglio Comunale di Melito di Napoli
L’indagine della Dia e gli indizi di reato
Luciano Mottola era stato eletto sindaco nelle elezioni amministrative del 2021, vincendo al ballottaggio contro Dominique Pellecchia. Il primo rappresentava una coalizione tra liste civiche e il centrodestra. La seconda era candidata per il Pd e Movimento 5 Stelle.
Secondo il provvedimento del Gip, il primo turno di votazioni (3 e 4 ottobre 2021) sarebbe stato già viziato da un accordo tra gli esponenti camorristi e alcuni rappresentanti della coalizione che sosteneva il candidato Nunzio Marrone. Poiché Marrone non è andato al ballottaggio gli accordi inizialmente trovati si sarebbero ridiscussi con alcuni esponenti della lista di Luciano Mottola.
L’accordo consisteva nel procurare voti (membri del clan e residenti soggetti a pressioni) in cambio di denaro e “favori”, compresa l’individuazione di candidati alla carica di consigliere comunale appartenenti al clan Amato Pagano e la promessa di posti di lavoro.
Nel corso delle indagini sarebbero emersi per l’Accusa, inoltre, “episodi di compravendita di voti di consiglieri comunali in occasione delle elezioni (di secondo livello) per gli organi della Città metropolitana svoltesi il 13 marzo 2022” e altri atti estorsivi che avrebbero posto in essere alcuni affiliati al clan.
Indagini preliminari, inchiesta in corso
L’attività posta in essere oggi dalle forze dell’Ordine corrisponde alla determinazione di misure cautelari da parte di un Giudice che ritiene dalla documentazione agli atti che vi siano concreti indizi di reato. La decisione di arrestare gli indagati corrisponde ad un’esigenza tecnica, per consentire agli investigatori di finire le indagini senza che i presunti (dai primi rapporti) colpevoli possano inquinare le prove o fuggire. Ma l’attività non è finita e il provvedimento è soggetto ad impugnazione. Le persone coinvolte avranno tempo per difendersi nelle sedi opportune e devono essere considerate innocenti fino a sentenza definitiva.
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