Hajj: il pellegrinaggio alla Mecca messo a dura prova dal caldo estremo
Non siamo ancora in estate e il caldo, oltre a essere una condizione stagionale attesa, diventa anche un’emergenza. Le temperature sempre più elevate e le risorse idriche, anche dove abbondanti, richiedono attenzione per evitare sprechi dell’oro blu. In questo articolo, tuttavia, non parliamo di temperature ma delle vittime causate dal grande caldo durante l’annuale pellegrinaggio islamico verso La Mecca, in Arabia Saudita.
Questa tradizione religiosa, chiamata Haji, è un momento fondamentale per i musulmani. Il pellegrinaggio è uno dei cinque pilastri dell’Islam, ovvero un obbligo religioso. Ogni musulmano adulto, in buona salute fisica ed economica, è tenuto a compiere questo viaggio almeno una volta nella vita. Non si tratta di un viaggio semplice, e durante l’assenza il pellegrino deve garantire il sostentamento della propria famiglia.
Ogni anno, il periodo del pellegrinaggio varia poiché si basa sul calendario islamico, che è lunare e conta undici giorni in meno rispetto a quello gregoriano.
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Le vittime accertate per le grandi temperature, caldo fino a 51 gradi Cels
Il numero approssimativo di fedeli che hanno perso la vita per il gran caldo durante l’Hajj si aggira intorno a 577 persone. L’escalation di vittime è aumentata dalla scorsa domenica, con circa duemila persone curate per il caldo estremo. Molti sono collassati sia durante il cammino sia durante le preghiere. La Mecca, situata nell’Arabia Saudita occidentale, ha registrato almeno sessanta vittime provenienti dalla Giordania e 323 dall’Egitto. Questo bilancio di 577 decessi è superiore a quello dell’anno precedente, che contava quasi la metà, con un incremento di 240 morti.
Le cause principali di questi malori includono colpo di calore, ipertermia e disidratazione, come riportato da un funzionario saudita. Le Figaro descrive l’area della Mecca come una delle più calde del mondo, con temperature che in estate possono raggiungere i 51 gradi Celsius. Tra i pellegrini ci sono anche persone di età avanzata, come un pensionato egiziano di settant’anni che si è seduto in mezzo alla strada dichiarando di non riuscire ad alzarsi. Secondo Euronews, il numero di fedeli presenti è di circa 1,8 milioni, con alcuni che stimano fino a due milioni, inclusi molti pellegrini bosniaci.
Caldo estremo, paura della guerra, pellegrini clandestini (senza visto e autorizzazioni)
Il caldo estremo e la paura della guerra sono i sentimenti prevalenti tra i fedeli che partecipano al pellegrinaggio. Questa esperienza è collettiva, con riti, letture e canti corali, ma anche profondamente personale. Secondo alcuni racconti, la paura della guerra limita molto l’esperienza dei fedeli. Ad esempio, l’Eid, il rito che prevede la macellazione di un animale (generalmente una pecora) e la distribuzione della carne ai poveri, è stato ridotto. Questo rito ricorda il sacrificio di Abramo, che offrì il figlio all’angelo che poi lo liberò.
L’Hajj è sotto stretto controllo delle autorità, e ci sono palestinesi che sono riusciti a raggiungere la Mecca grazie ad aiuti specifici. Le autorità hanno avvisato i fedeli che non sono tollerati slogan politici.
Ambasciate, agenzie dedicate, associazioni di fedeli e atti di solidarietà giocano un ruolo cruciale nel supportare i pellegrini. Il viaggio sacro verso la Mecca può costare fino a seimila euro. Diverse fonti istituzionali offrono informazioni organizzative, aggiornamenti sulla situazione geopolitica e condizioni meteo. Sabato scorso, l’Arabia Saudita ha annunciato di aver respinto ben trecentomila pellegrini non registrati.
Gli incidenti non mancano: nel 2015, trecento persone persero la vita in seguito a una fuga precipitosa. La folla, se ha motivo di scappare, travolge le persone che non riescono a correre o che inciampano. Per partecipare al pellegrinaggio verso la Mecca sono necessari visti turistici, permessi rilasciati dalle ambasciate e varie autorizzazioni.
Il Ministero della sanità saudita rilascia anche delle indicazioni, le ultime dopo l’aggiornamento sulle temperature sono di coprirsi la testa nelle ore più calde utilizzando anche degli ombrelli. Consigliano anche di bere spesso acqua e non esporsi al sole, raccomandano di fare attenzione anche alle esposizioni involontarie.