Marta di Nardo, 60 anni, ritrovato il suo corpo all’Acquabella
Un altro femminicidio; questa volta a Milano e, senza dubbio, uno davvero efferato, dai contorni molto foschi, in un quadro di degrado che fa riflettere. Perché il suo assassino non solo ha ucciso la donna, ma ha tagliato il suo corpo a metà. La vittima si chiamava Marta di Nardo, aveva 60 anni ed era scomparsa dal 4 di ottobre. Il cadavere mutilato della 60enne è stato trovato in un intercapedine della soffitta di un vicino di casa. Vi raccontiamo chi era Marta di Nardo e com’è stato ritrovato il suo corpo senza vita.
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La scomparsa della donna e le indagini della polizia
Della donna si erano perse le tracce il 4 ottobre, giorno in cui il suo cellulare ha smesso di squillare. Il 9 di ottobre, il figlio della 60enne, che abita a Paderno Dugnano (MI), ha denunciato la scomparsa della madre e sono partite le ricerche. Anche se tra i due non c’erano rapporti stretti, l’uomo si era insospettito che dal 4 ottobre la donna non avesse avuto accesso al suo telefono.
Gli inquirenti hanno sentito i vicini, che fin da subito hanno raccontato una storia di degrado che non faceva auspicare una lieta fine. Qualcuno si è lasciato sfuggire che la donna non sarebbe tornata pereché avrebbe fatto una brutta fine. Fin dall’inizio, i sospetti sono ricaduti sul vicino 46enne del 4° piano della palazzina dove abitava la donna. Una persona con problemi, descritta come “pericolosa”. Anche lui era stato sentito inizialmente come testimone, ma aveva negato di avere visto Marta negli ultimi giorni.
Le evidenze scientifiche
Quando la polizia scientifica è entrata nell’appartamento della donna, in via Pietro da Cortona 14, all’Acquabella, ha trovato un appartamento piuttosto in ordine. Tuttavia, qualche particolare ha attirato l’attenzione degli inquirenti perché strideva con il fatto che la donna si fosse volatilizzata il 4 ottobre. In cucina c’erano resti di cibo consumato in tempi recenti; inoltre, su un mobiletto è stata ritrovata una ricetta medica intestata al vicino 46enne, emessa dopo la data della scomparsa della donna.
Quando i vicini hanno confermato di avere visto l’uomo entrare e uscire dall’appartamento negli ultimi giorni, è giunto, inevitabilmente, l’avviso di garanzia nei confronti di Domenico Livrieri.
Il ritrovamento del corpo, fatto a pezzi
Mentre l’appartamento del 46enne veniva perquisito, lui continuava a dichiararsi estraneo alla scomparsa della donna. Ma l’uso del Luminol ha fatto la differenza. Il composto chimico ha evidenziato numerose tracce di sangue nella camera da letto di Livrieri. Così, con una ricerca più approfondita, e il supporto dei vigili del Fuoco, è stata scoperta una botola in cucina che nascondeva uno sgabuzzino, dove si trovava nascosto il cadavere di Marta di Nardo, tagliato a metà e avvolto nelle coperte. A quel punto, l’uomo è stato portato in Caserma per essere sottoposto a interrogatorio. Nella notte, il PM incaricato del caso, Leonardo Lesti, ha disposto l’arresto dell’uomo, accusato di omicidio volontario.
Chi è Domenico Livrieri, il presunto omicida?
L’uomo abitava al quarto piano della scala C (di fronte alla casa della vittima, che abitava nella scala D) dell’alloggio Aler. I due si vedevano spesso anche se lei aveva una relazione saltuaria con un altro uomo. Livrieri ha molti precedenti e una storia di forte tossicodipendenza. E’ stato seguito dal CPS per i suoi problemi psichiatrici. L’uomo non ha voluto parlare di fronte al pubblico ministero. In caserma ha chiesto di cenare e poi s’è chiuso nel silenzio. Il sospetto è che abbia ucciso la donna per impossessarsi della sua pensione. Intanto, a casa sono stati trovati alcuni coltelli, che saranno analizzati per verificare la compatibilità con l’arma che ha ucciso Marta.
L’analisi autoptico avverrà nelle prossime ore, anche se, tenuto conto lo stato del corpo, l’ipotesi di ricostruzione dell’accaduto nell’immediatezza è improbabile.
Marta di Nardo e la dipendenza dal gioco d’azzardo
Abbiamo appena parlato della ludopatia e dei problemi che genera la dipendenza del gioco d’azzardo. La storia di Marta di Nardo è una prova schiacciante.
Marta Di Nardo era da anni in cura al Cps (centri psichiatrici polifunzionali per curare le malattie psichiche), e la seguivano i Servizi sociali di Milano. La donna aveva grossi problemi di ludopatia e in passato era stata anche in una comunità. Alcuni vicini e gestori dei bar che frequentava la donna hanno dichiarato che Marta “Si mangiava ai gratta e vinci la pensione d’invalidità e il reddito di cittadinanza. Al dieci del mese aveva già finito i soldi“.
A quanto pare, la donna chiedeva spiccioli e sigarette ai clienti dei locali della zona. Il rapporto con il suo vicino di casa non sembrava a sfondo sentimentale, ma un ritrovo di persone che si trovano unite in una situazione di degrado.
Ora gli investigatori dovranno scorprire il movente di questo efferato delitto e poi si dovrà dare a Marta una degna sepoltura.
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