Il disastro di Marcinelle e la Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 68° anniversario della tragedia di Marcinelle, ha voluto ricordare il sacrificio dei 262 minatori, di cui 136 italiani, che persero la vita nel disastro del 1956. Nel suo messaggio per la 23ª Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo, Mattarella ha sottolineato come questa tragedia abbia assunto un profondo valore simbolico, richiamando l’importanza della sicurezza sul lavoro e la dignità dei lavoratori italiani all’estero.
Ha inoltre ribadito che il rispetto per la dignità del lavoro resta un obiettivo imprescindibile per la nostra comunità, un monito che deve guidare le scelte presenti e future. La memoria del disastro di Marcinelle sta impegnando sindacati, associazioni e politici nel ricordo di questa strage dove persero la vita 136 italiani. Anche Giorgia Meloni ha scritto un messaggio sui social dove ha ricordato il ministro che istituì nel 2001 questa manifestazione.
Il disastro di Marcinelle e la tragedia della diga di Mattmark: per la prima una giornata di memoria, per la seconda molti interrogativi e ricerche in atto
Il mese di agosto ci ricorda due tragiche calamità che colpirono lavoratori italiani in circostanze drammatiche. Il primo evento, che ricordiamo oggi, 8 agosto, è la tragedia di Marcinelle del 1956, mentre il secondo è il disastro avvenuto in Svizzera.
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Il 30 agosto 1965, alle 17:15, una valanga travolse il cantiere della diga di Mattmark, causando la morte di 88 operai, di cui 56 erano italiani. Sebbene separate da tempo e distanza, entrambe le tragedie hanno lasciato un’impronta indelebile. Marcinelle è commemorata annualmente con una giornata di memoria, mentre il disastro di Mattmark continua a essere oggetto di ricerche e riflessioni, poiché rappresenta una parte significativa della storia dell’emigrazione italiana verso la Svizzera, vicina al nostro confine.
Che cosa successe l’8 agosto del 1956: oggi il Bois du Cazier è anche un museo delle memoria
Il Bois du Cazier, ex miniera di carbone a Marcinelle, Belgio, è noto per il disastro minerario dell’8 agosto 1956. Il sito, patrimonio industriale protetto, ospita un museo che celebra la memoria di quelle vittime. Il complesso include un Museo Industriale e un Museo del Vetro, ed è riconosciuto dall’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità. Visitare il Bois du Cazier offre un’opportunità unica per riflettere sulla storia dell’emigrazione italiana e sulla sicurezza sul lavoro. Il sito, parte della European Route of Industrial Heritage, è aperto al pubblico dal 2002.
Che cosa successe l’8agosto del 1956? Alle 7:56, Antonio I., addetto alla miniera del Bois du Cazier, avviò la risalita di un carrello carico, ma poi si allontanò per cercarne altri. Verso le 8:00, un accordo tra Mauroy e Vaussort permetteva all’ascensore di risalire senza il via libera del piano 975 m, creando una situazione di pericolo. Alle 8:10, l’ascensore, carico di vagoncini sporgenti, partì senza il corretto bloccaggio e urtò una putrella, causando la rottura di cavi e condotte e dando inizio a un devastante incendio. Questo evento portò alla morte di 262 uomini, inclusi 136 italiani, e a gravi danni alla miniera.
La risposta al Disastro di Marcinelle: soccorsi, inchieste e omissioni
Subito dopo il disastro di Marcinelle, si attivò una vasta mobilitazione di soccorsi, con la Croce Rossa, Vigili del fuoco, Protezione civile, esercito e polizia, supportati da rinforzi da città vicine e dall’estero. Le scuole e le chiese locali furono trasformate in centri di accoglienza e camere ardenti. Nonostante gli sforzi, le ultime speranze di trovare superstiti svanirono nella notte del 22 agosto.
Le inchieste, sia giudiziarie che amministrative, rivelarono conflitti di interesse e omissioni significative. Il rapporto d’inchiesta, pubblicato nel giugno 1957, fu adottato con note di minoranza, evidenziando il tentativo di ciascun gruppo di far prevalere il proprio punto di vista. Il processo, lungo e complesso, terminò con condanne minime e risarcimenti parziali. Le false notizie e omissioni hanno ulteriormente complicato la comprensione completa della tragedia.
In sintesi, la tragedia della diga di Mattmark
Il 30 agosto 1965, una valanga devastante colpì il cantiere della diga di Mattmark in Svizzera, uccidendo 88 lavoratori, di cui 56 italiani. Questo evento segnò profondamente la comunità di immigrati italiani, molti dei quali erano impiegati nella costruzione di grandi opere nel paese elvetico.
La tragedia di Mattmark seguì quella di Marcinelle dieci anni dopo e rappresentò un altro triste capitolo della difficile condizione degli emigranti italiani. Entrambe le disgrazie mettono in luce i rischi e le sfide affrontate dai lavoratori migranti in cerca di migliori opportunità all’estero. La catastrofe di Mattmark portò a un lungo processo, conclusosi con l’assoluzione di tutti gli imputati e alla creazione della Fondation Mattmark per onorare le vittime.
Questi eventi riflettono le difficoltà e i sacrifici della grande emigrazione italiana del dopoguerra ma anche nel ricostruire spesso la verità anche per sostenere i famigliari delle vittime nella ricerca di risposte sulla morte dei propri cari impegnati a lavorare. In questo paragrafo, vi abbiamo proposto solo una sintesi brevissima della tragedia di Mattmark, nella promessa di farne un articolo più approfondito.