Lo Sport entra nella Costituzione italiana
Da ultimedalweb Vi parliamo spesso di Sport. Le prime notizie che si leggono al mattino sui giornali sono di Sport, i telegiornali hanno sempre un appuntamento fisso con lo Sport; ogni giorno ci sono proposte sportive sulla TV nazionale e a pagamento. I nostri figli sono incoraggiati a praticare sport. Insomma, è un argomento che tocca tutti noi. E, finalmente, è diventato anche costituzionale, perché lo Sport è entrato nella Costituzione italiana il 20 settembre 2023.
Il provvedimento aveva già ricevuto il via libera dal Senato in seconda lettura (170 si, 1 astenuto) il 17 maggio scorso e in prima lettura il 13 dicembre 2022 (145 si e 4 astenuti). E alla Camera c’era già stata un’approvazione unanime il 4 aprile 2023.
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Effetto placebo e sport: un connubio inaspettato
La modifica dell’art 33 della Carta
Con l’approvazione all’unanimità da parte della Camera dei Deputati della proposta di legge costituzionale che modifica l’articolo 33 della Carta, lo Sport viene inserito di diritto nella nostra costituzione. Si tratta di un risultato storico per il sistema sportivo nazionale e per il riconoscimento del valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme. La modifica costituzionale segue la riforma del Titolo V del 2001, che aveva già introdotto lo sport come materia di competenza concorrente tra Stato e Regioni.
Con l’inserimento dello sport nella Costituzione, si apre una nuova fase di politiche pubbliche a favore della diffusione della cultura del movimento e della garanzia del diritto allo sport per tutti. A partire da adesso l’art 33 della Carta riporterà le seguenti parole: “La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme“.
Come ci dice “il Sole 24 Ore”, la scelta del verbo “riconosce” richiama la formula linguistica dell’articolo 2 della Carta, lasciando trasparire la visione dell’attività sportiva come realtà “pre-esistente”, di cui la Repubblica è chiamata a prendere atto, offrendole al contempo tutela e promozione
Il riconoscimento dell’attività sportiva in tutte le sue accezioni
La formula secondo cui è riconosciuto il valore dell’attività sportiva “in tutte le sue forme” appare finalizzata a sottolineare come la norma abbracci lo sport nella sua accezione più ampia. Di fatto, il contenuto dell’attività sportiva è declinato su tre direttrici complementari:
- Il valore educativo, legato allo sviluppo e alla formazione della persona;
- il valore sociale, dato che lo sport rappresenta un fattore di aggregazione e uno strumento d’inclusione per persone in condizioni di svantaggio o marginalità di vario genere di tipo socio-economico, etnico-culturale o fisico-cognitivo.
- La correlazione con la salute, intesa anche nella sua più moderna concezione di benessere psico-fisico integrale della persona.
Altri 9 Paesi Europei (1/3) inseriscono lo Sport nella propria carta costituzionale
Non tutti i ventisette Stati membri dell’Unione europea contengono disposizioni sullo sport nel loro ordinamento. Tuttavia, 9 Paesi stabiliscono l’importanza dello Sport nella vita comune. Si tratta di: Bulgaria, Croazia, Grecia, Lituania, Polonia, Portogallo, Romania, Spagna, Ungheria.
La misura in cui gli Stati “celebrano” lo sport varia da Paese a Paese. Ad esempio, in Portogallo si parla di un vero “diritto allo sport”, mentre la maggior parte dei Paesi parla di un’attività di promozione da parte dei pubblici poteri (Bulgaria,Croazia, Lituania, Polonia, Romania, Spagna, Ungheria). La Grecia la definisce addirittura come missione fondamentale dello Stato. A volte si accenna alla tutela della salute (Bulgaria, Polonia, Spagna), e altre volte si parla di una sorte di tutela dei giovani (Romania, in parte la Polonia).