Ci sono pagine di storia dello sport scritte in un’epoca lontana, non è il caso dell’addio di Buffon, all’alba dei suoi 45 anni. Tifosi di tutto il mondo gli rendono onore, ma cosa accadrà adesso?
Buffon appende le scarpette al chiodo
Nessun tifoso vorrebbe mai che il proprio beniamino lasciasse il calcio, anche se si chiama Gigi Buffon e ha sulle spalle 28 anni di carriera. Un arco temporale enorme per uno sportivo che deve fare i conti con infortuni, acciacchi e la parabola discendente di una professione basata unicamente sulla performance fisica. Quasi 3 decenni in cui il suo rendimento fisico è stato sempre ai massimi livelli, questo sì che fa la differenza. Ecco, Buffon è stato attivo più di tutti. Lui, l’ultimo “campione del mondo 2006” ancora in gioco.
Il suo video di un minuto ha fatto milioni di visualizzazioni nel giro di poche ore. Come didascalia solo una frase: «Finisce qua. Mi hai dato tutto. Ti ho dato tutto. Abbiamo vinto insieme». Ed è vero che ha dato tutto a quel calcio che lo ha tanto amato: primati assoluti di presenze in Serie A (657), in Nazionale (176), di imbattibilità consecutiva in Serie A (974 minuti, nella stagione 2015/16) ma anche di vittorie di Scudetti (10), Coppe Italia (6) e Supercoppe Italiane (7). Insomma, non è stato un portiere normale. È una pagina di storia del calcio che cammina.
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Dopo l’addio di Buffon cosa lo aspetta?
Nonostante le innumerevoli proposte lavorative, ci sono squadre estere che avrebbero pagato fior fiori di soldi pur di averlo nella loro dei giocatori per un altro annetto, Buffon ha rimarcato la volontà di chiuderla con le parate. Ciò non significa che il suo futuro sarà lontano dal campo da calcio: è notizia fresca che sia diventato il nuovo capo delegazione della nazionale. Un posto rimasto vacante a seguito della scomparsa di Gianluca Vialli.
“Torno in Nazionale – commenta il neo capo delegazione della Nazionale Gigi Buffon – perché quel bambino che 30 anni fa varcava per la prima volta il cancello di Coverciano ha ancora voglia di sognare e di vivere questo sogno insieme ai tifosi italiani. Fin dal primo contatto di questi ultimi giorni con il presidente Gravina e poi con Mauro Vladovich avevo già deciso di dire di sì, ma abbiamo dovuto verificare alcuni aspetti tecnici; la Nazionale viene prima di tutto e niente mi avrebbe impedito di tornare a casa“.