Ospite a Domenica In, la moglie di Franco Gatti, Stefania, parla della dolorosa vicenda che li colpì nel 2013: la morte del figlio Alessio. Vicenda dalla quale Franco non era più riuscito a riprendersi e che lo aveva addirittura portato per un periodo a ritirarsi dalle scene
La verità sulla morte del figlio Alessio
Alessio è morto a 22 anni per un eccesso di alcol e droghe, e in quel periodo stava affrontato un momento delicato, combatteva contro un lieve stato depressivo. Non era un tossicodipendente, ha precisato la donna, e quella era la prima volta che Alessio faceva uso di droghe.
“Hanno fatto apparire mio figlio come un alcolizzato, un tossicodipendente e non lo era assolutamente. Ci tengo a dire questo. Proprio perché non lo era, l’unica volta che ha fatto uso di droga, ha fatto una cavolata. Ecco come è morto mio figlio: era solo a casa, gli avevo detto di venire a Sanremo con noi. Ma lui doveva finire un lavoro così mi aveva detto (lavorava in borsa, nonostante avesse solo 22 anni). Un medico che ho assunto mi ha detto che ha avuto immediatamente un infarto da overdose. Ma non essendo un tossicodipendente (questo non lo dico io lo hanno detto i medici) non lo ha saputo dosare. È stato terribile. Noi eravamo a Sanremo, al mattino, la signora che veniva a casa mia non è riuscita ad entrare perchè Alessio aveva chiuso la casa”.
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Mamma Stefania ora rompe il silenzio per spiegare anche come hanno vissuto il lutto più terribile che potrebbe esserci per un genitore.
“La morte di un figlio è un dolore che strazia il cuore. Qualsiasi genitore darebbe la propria vita, ma questo non serviva purtroppo. Franco ha cercato in tutti i modi di trasformare il suo dolore, come l’ho trasformato io. C’è da dire che io facevo già in tempi non sospetti un percorso specifico e tratto certi argomenti: facevamo convegni in giro per l’Italia sulla vita oltre la vita per dare una speranza a quei genitori che non riuscivano a elaborare un lutto così pesante. Questo devo dire che Franco l’ha recepito e per me è stato il regalo più bello: un giorno l’ho visto arrivare e partecipare a un mio convegno, salendo sul palco” ha detto Stefania che a stento riesce a trattenere le lacrime.
Il segno premonitore
Stefania, dopo morte di Alessio, ha istituito una associazione dal nome Oltre l’Orizzonte e si è interessata alla medianità e alla metapsichica perché vuole stabilire un contatto con il figlio.
“Mi era arrivato un segnale che mio figlio sarebbe morto. Mi era arrivato due settimane prima che Alessio lasciasse il suo corpo, mi era arrivato un messaggio da parte di mia sorella che ci ha lasciato all’età di 30 anni. La morte di un figlio è straziante. Se si continua a vivere è solo perché ci sono loro che ci aiutano, altrimenti una mamma, un genitore non potrebbe mai sopravvivere. Loro ci danno una mano a farlo, Franco è migliorato dopo questo evento. Ha migliorato la sua vita, era cambiato aveva dei valori diversi molto più profondi“.